"La crisi economica ha mostrato la debolezza di un’immigrazione non controllata" ROMA, 20 ottobre 2008 – L’immigrazione deve essere limitata per evitare che l’aumento della disoccupazione causata dalla crisi economica possa sfociare in tensioni razziali.
E’ quanto ha detto il neoministro dell’immigrazione britannico Phil Woolas in un’intervista al Times online.
”Se la gente perde il lavoro, la questione dell’immigrazione diventa estremamente spinosa… E’ stato troppo facile entrare in questo paese in passato, e diventerà più difficile", ha detto il ministro allontanandosi dalle posizioni tradizionali dei laburisti.
Il ministero dell’interno ha fatto sapere che l’attuale sistema a punti, che premia alcune specifiche competenze degli immigrati, fornisce "strumenti di controllo potenti e flessibili". Secondo il ministro, "questo governo non consentirà che la popolazione cresca fino a 70 milioni". "Ci deve essere un equilibrio tra il numero delle persone che entrano e quelle che escono", ha aggiunto.
In precedenza il governo si era sempre rifiutato di fissare un limite all’immigrazione, che ha raggiunto livelli record sotto i governi laburisti. Sir Andrew Green, il presidente di Migrationwatch, un osservatorio che si batte per un’immigrazione equilibrata ha detto alla Bbc che le dichiarazioni del ministro rappresentano uno sviluppo significativo.
"Penso che si tratti di un punto di svolta. Credo che la crisi economica abbia mostrato la debolezza di un’immigrazione non controllata", ha aggiunto. Secondo le ultime cifre ufficiali, il gap tra chi entra e chi esce dal paese sarà di circa 200.000 unità l’anno fino al 2012. Nei prossimi 25 anni ci si attende che circa il 70 per cento della crescita della popolazione sarà rappresentata dagli immigrati.