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Sempre più medici immigrati curano i britannici

Dal 1999 al 2006 rilasciati 188mila permessi di lavoro per dottori e infermieri

LONDRA – Cresce in modo costante il numero di medici e infermieri stranieri che lavorano nel sistema sanitario britannico. A riferirlo è il conservatore James Clappison, membro del parlamento britannico, citato dal quotidiano “Telegraph”. Secondo i dati diffusi dal deputato, tra il 1999 e il 2006, il ministero degli Interni di Londra ha concesso 187.870 permessi di lavoro a medici (22.090) e infermieri (165.780) provenienti da paesi che non fanno parte dell’Unione europea.

Questi dati diventano un problema quando il reclutamento riguarda i paesi in via di sviluppo. Entrando nel dettaglio, l’indagine evidenzia che almeno 64mila persone, tra medici e infermieri, sono arrivati dall’Africa. In particolare, negli ultimi otto anni, Londra ha concesso 16mila permessi di lavoro a infermiere provenienti dallo Zimbabwe, 1.600 solo nel 2006. Non tutto il personale sanitario africano è diretto in Inghilterra. Le cifre complessive di coloro che abbandonano il proprio continente in cerca di stipendi e condizioni di vita migliori sono altissime. L’emigrazione si dirige verso gli Stati uniti e i paesi ricchi del Commonwealth (Australia, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda).

La fuga dei camici bianchi dall’Africa diventa sempre più dannosa per un territorio in cui vige una situazione sanitaria drammatica, principalmente a causa dell’Aids e della carestia. Tanto imponente sta diventando la carenza di dottori e infermieri che alcuni paesi africani hanno chiesto alle nazioni del Commonwealth di non reclutare più personale medico e paramedico nel continente nero. A questo proposito James Clappison osserva che questa politica di reclutamento va contro lo spirito del codice di pratica, firmato a marzo del 2005 dai dipendenti del servizio sanitario nazionale britannico. Il documento stabilirebbe infatti che “per il personale del servizio sanitario non si può attingere dai paesi in via di sviluppo”.

Ma il meccanismo è guidato da una interazione tra domanda e offerta che difficilmente può essere scardinata. I paesi ricchi hanno bisogno dei medici poveri che a loro volta vogliono trovare una via d’uscita quantomeno per se stessi alla miseria, alla povertà e alle epidemie dell’Africa. E i Governi potrebbero impedire questo “travaso” solo parzialmente, visto che non hanno potere sulle strutture private.

(28 dicembre 2007)

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