Medici per i Diritti Umani tra i braccianti della Piana di Gioia Tauro. “Si ammalano per le pessime condizioni abitative ed igienico-sanitarie e per le durissime condizioni di lavoro. Il governo e le istituzioni intervengano”
Roma – 13 marzo 2014 – Continuano ad essere disastrose le condizioni abitative, igienico-sanitarie e lavorative dei migranti impiegati nella Piana di Gioia Tauro per la stagione della raccolta degli agrumi. “Sembra mancare, prima ancora che una puntuale pianificazione dell’accoglienza, una visibile volontà politica nell’affrontare quella che è una delle questioni dell’immigrazione più drammatiche, e anche più vergognose, per il nostro Paese”.
A tracciare un bilancio così negativo, ora che la stagione sta finendo, è Medici per i Diritti umani, che assiste i braccianti nella sua clinica mobile. Nei territori dei comuni di Rosarno, San Ferdinando, Gioia Tauro, Rizziconi e Taurianova arrivano ogni anno circa duemila braccianti, ma Medu denuncia, documentandolo anche con un video e diverse foto, che “poco o nulla sembra essere cambiato rispetto alle condizioni materiali e ambientali che costituirono l’humus dei drammatici fatti di Rosarno del 2010”.
La tendopoli allestita dal Viminale a san Ferdinando, ad esempio può ospitare 450 braccianti, in realtà ce ne sono il doppio e così si è trasformata in una baraccopoli dove mancano i servizi essenziali. Ancora peggio va nel resto della piana, dove i migranti vivono in casolari diroccati senza luce, fognature o acqua potabile, che raccolgono a centinaia di metri di distanza.
“I migranti – spiega Medu – si trovano a dormire, anche in numero di trenta o quaranta, in ambienti freddi e angusti, scarsamente areati e privi di luce, tra pareti invase dall’umidità e tetti semi-distrutti che lasciano filtrare l’acqua piovana. Gli spostamenti quotidiani avvengono unicamente a piedi o – nonostante la pericolosità delle strade – in bicicletta dal momento che i trasporti pubblici sono inesistenti. E’ evidente che in condizioni così precarie e malsane parlare di tutela della salute individuale e collettiva non ha alcun senso”.
In un mese, assistiti dalla clinica mobile di MEDU oltre 150 braccianti, per lo più dell’Africa sub-sahariana, In oltre il 70% dei casi possedevano un regolare permesso di soggiorno e quasi la metà (45%) era titolare di un permesso per protezione internazionale o per motivi umanitari. “Un terzo dei migranti riesce a consumare solo due pasti al giorno mentre la maggior parte delle malattie diagnosticate, in una popolazione giovane e sostanzialmente sana, è legata alle pessime condizioni abitative ed igienico-sanitarie e alle durissime condizioni di lavoro”.
Medici per i Diritti Umani chiede alle istituzioni nazionali, regionali e locali di predisporre subito un piano per “un’accoglienza adeguata e dignitosa ai lavoratori stagionali che da fine ottobre giungeranno nella Piana per la prossima stagione agrumicola”. E rivolge un appello al al nuovo Governo e al Presidente del Consiglio Renzi “affinché mettano in campo risorse e volontà politica per aggredire lo sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura, partendo anche dalla Piana di Gioia Tauro e dalla questione dell’accoglienza. Un problema di civiltà che non riguarda solo migliaia di lavoratori immigrati ma tutti i cittadini italiani”.