Sul sito dell’Unhcr i dati aggiornati su chi ce l’ha fatta e chi no. In Italia 109.500 arrivi
Roma – 27 agosto 2015 – Ci sono i sommersi e ci sono i salvati. Quelli che dopo aver affrontato il Mediterraneo hanno raggiunto finalmente le coste dell’Europa, e quelli che invece sono spariti tra le onde o approdati cadaveri, magari soffocati in una stiva.
Sul sito internet dell’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ora c’è un’infografica in continuo aggiornamento sugli arrivi via mare nell’Europa del sud. Un modo per raccontare con numeri e cartine l’emergenza in atto tra le due sponde del Mare Nostrum.
Si scopre così che dall’inizio dell’anno ci sono stati 293.035 arrivi, ma anche che per 2440 persone, morte o scomparse (che poi in mare vuol dire la stessa cosa), il viaggio è finito tragicamente. Numeri relativi al momento in cui scriviamo, ma i due contatori continuano a girare.
Basato prevalentemente su dati che arrivano dai governi, integrati con qualche fonte alternativa, il database dà anche altre informazioni. Ad esempio, spiega che per gli arrivi in sud europa fino a oggi la classifica dei Paesi d’origine è guidata da Siriani (43%), Afghani (12%), Eritrei (10%).
Se si considera solo l’Italia, dal 1 gennaio si contano 109 mila 500 arrivi e la geografia delle provenienze è diversa. Sbarcano prevalentemente cittadini eritrei (27%), Nigeriani (12%) e Somali (8%).
L’Unhcr non fornisce il numero dei morti Paese per Paese, se lo facesse alle statistiche italiane dovrebbe aggiungere i cinquantuno scoperti ieri nella stiva di un barcone al largo della Libia. Sono in viaggio su una nave che li condurrà a Palermo.
Unhcr. Sea arrivals to Southern Europe
Cinquanta morti su un barcone soccorso al largo della Libia