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Visti d’ingresso. L’Ue costruisce un mega database di impronte digitali

Accordo dei ministri Ue dell’Interno e della Giustizia per rendere operativo il Vis. Potrà schedare fino a 70 milioni di stranieri che entrano in Europa

STRASBURGO – Consolati e polizie di frontiera collegati a una enorme banca dati con i nomi, i volti e le impronte digitali di tutti i cittadini stranieri che entrano nell’Unione Europea.

È lo scenario disegnato dal Sistema d’informazione visti (VIS), strumento con cui l’Ue vuole controllare meglio l’immigrazione. Un passo avanti importante in questa direzione è stato fatto martedì scorso a Lussemburgo, con un accordo politico raggiunto dai ministri dell’Interno e della Giustizia dei Paesi membri su un pacchetto legislativo già votato il 7 giugno dal Parlamento europeo.

In particolare, il Consiglio Giustizia e Affari Interni ha trovato un’intesa su "regolamento" e "decisione" VIS. Il primo consentirà ai consolati e ad altre autorità competenti di cominciare a usare il sistema per trattare le domande di visto e per controllare i visti. Grazie alla "decisione" la polizia potrà invece consultare i dati, a condizioni di garantire un alto livello di sicurezza.

Il VIS conserverà le informazioni sui visti per soggiorno o transito nello spazio Schengen concessi e sarà in grado di schedare così fino a 70 milioni di persone. Oltre ai dati anagrafici vi troveranno spazio la fotografia del richiedente e le dieci impronte digitali, tanto da far diventare il VIS diventerà il più grande database mondiale di impronte. Naturalmente bisognerà anche garantire un elevato livello di solidità e sicurezza, perché ai dati possano accedere solo le persone autorizzate.

Soddisfatta la Commissione europea, dalla quale è partita la proposta per il regolamento e la decisione VIS.

Secondo Franco Frattini, commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, "il sistema d’informazione visti sarà un nuovo strumento pratico per i consolati e per le autorità di frontiera che ne saranno i principali utenti quotidiani, e per la polizia e le altre autorità di contrasto degli Stati membri nelle attività di prevenzione, lotta e indagine sui reati terroristici e d’altro tipo. Il VIS andrà anche a vantaggio dei viaggiatori in buona fede, soprattutto per quanto riguarda il rilascio dei visti per ingressi multipli".

"E’ stato molto importante – sottolinea Frattini – che, fin dall’inizio, tutte le istituzioni si siano impegnate a garantire che i requisiti operativi andassero di pari passo con una solida protezione dei dati personali scambiati attraverso il VIS."

(14 giugno 2007)

 

EP

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