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100 mila musulmani a Milano, senza una moschea

I fedeli islamici sono aumentati del 100% in cinque anni.  Ma pregano in decine di luoghi di fortuna

Roma – 21 giugno 2011 – Sono 100mila i musulmani a Milano e se il loro numero e’ destinato a crescere l’idea di una moschea continua a far paura.

Lo dicono due studi su cui si sono confrontati ieri gli esponenti di tre associazioni islamiche milanesi (la Comunita’ Religiosa Islamica Italiana Co.re.is., la Casa della Cultura Islamica e il Centro Culturale Islamico) nel convegno ‘Lo spazio del rispetto. Moschee e integrazione in Italia’. organizzato dalla Scuola Superiore Universitaria Iuss di Pavia con il Centro Studi Politeia e l’Universita’ degli Studi di Milano dal titolo.

A Milano le persone di fede musulmana sono circa 100mila, per la maggior parte migranti. Di queste circa 5mila sono, invece, cittadini italiani convertiti all’Islam. La comunita’ musulmana e’ cresciuta del 100% negli ultimi anni: si calcola che nel 2005 fosse composta da poco piu’ di 50mila persone.

In città manca un luogo di culto che possa rappresentare un punto di riferimento per i fedeli musulmani. La moschea di Segrate, una delle tre moschee ufficiali italiane insieme a quelle di Roma e Catania, e’ molto piccola e non puo’ essere un luogo di culto adeguato per la comunita’ islamica milanese. I fedeli musulmani, pertanto, si trovano a pregare in decine di luoghi di fortuna (garage, cantine, ecc.).

Sulla mancanza di una moschea a Milano, incide, secondo la ricerca, il fatto che la minoranza islamica non sia rappresentata in citta’ da una “voce unica”: la comunita’, infatti, si divide in numerosi gruppi di diverse nazionalita’ ed etnie e si articola in oltre dodici associazioni e centri culturali. A cio’ si aggiunge il fatto che numerosi migranti di fede musulmana non possono partecipare alle consultazioni politiche tramite l’esercizio del diritto di voto.

Il ”no alla moschea” nasce, secondo la ricerca, soprattutto dalla volonta’ da parte dei cittadini di difendere gli standard e le convenzioni sociali tipici della loro comunità: la presenza di una moschea rappresenterebbe, in tal senso, una minaccia all’identita’ del luogo. Tra le ragioni del no alla moschea, l’impatto architettonico dell’edificio sul paesaggio incide pertanto al pari di altre obiezioni molto diffuse e ”sentite” come ad esempio quelle legate al tema della sicurezza.

La situazione potrebbe cambiare con la nuova amministrazione. In campagna elettorale, il neosindaco Giuliano Pisapia si è detto infatti favorevole alla costruzione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione per la comunità musulmana.

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