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A mare si gioca, Nino Frassica porta a Sanremo le tragedie dell’immigrazione

L’attore commuove l’Ariston con un brano che parla di gommoni carichi di persone costrette a gettarsi in acqua,  della strage di Lampedusa e del piccolo Aylan. VIDEO

 

 

Roma – 11 febbraio 2016 – A mare si gioca. O no? Chiedetelo ai bambini e al resto dell’umanità che affronta il mare per salvarsi la vita o per inseguire una vita migliore e si perde per sempre tra le onde. 

Dopo Irene Fornaciari, anche Nino Frassica ha scelto il palco di Sanremo per parlare delle tragedie dell’immigrazione. Lo ha fatto ieri sera recitando sulla musica un testo che parla di gommoni carichi di persone costrette a gettarsi in acqua,  della strage di Lampedusa e del piccolo Aylan

 

 

Ecco il testo di “A mare si gioca”, scritto dal cantautore siciliano Tony Canto: 

Si possono fare i castelli di sabbia 

si può stare sotto l’ombrellone a fare le parole crociate 

si può giocare con le racchette e la pallina 

si possono fare volare gli aquiloni 

e si può scrivere il proprio nome sulla sabbia

 

A mare si gioca

 

Si possono fare le gite col canotto 

si può prendere un materassino e fare il bagno col bambino 

gli puoi mettere i braccioli, la maschera, 

e poi quando esce dall’acqua starci insieme, 

e giocare con lui, con la paletta e il secchiello 

perché a mare si gioca

 

A mare si gioca

 

I gabbiani lo sanno, 

infatti volano a pelo d’acqua… e urlano 

e poi salgono su altissimi… e fanno finta di essere delle nuvole 

i pescatori sono loro amici e gli lanciano i pesci 

e loro ricambiano, riempiendo di allegria bianca 

i quadri, i cieli, le acque e la vita

 

A mare si gioca 

giocano tutti!

 

Si può giocare al gioco dello scafo 

si sale tutti su un gommone 

fino a riempirlo all’inverosimile 

quando quello che porta il gommone, 

che comanda, 

dice di buttarsi tutti a mare 

ci si butta a mare 

è un gioco

 

Quando io ero giovane lavoravo nella guardia costiera, a Lampedusa 

quante cose che ho visto! 

una volta mentre giravamo abbiamo visto 366 delfini impigliati nelle reti, 

forse per fame, forse perché c’era una guerra sottomarina tra pesci, 

noi li abbiamo liberati tutti dalle reti 

e li abbiamo visti nuotare velocissimi, saltare fuori dall’acqua e inseguirsi… giocavano!

 

A mare si gioca 

si gioca!

 

Ci sono bambini che giocano a stare immobili con la faccia in acqua 

senza respirare 

perché tanto lo sanno 

che sta per arrivare la mano forte del papà 

che li prenderà e li farà giocare.  

 

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