Roma, 7 settembre 2016 – Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha presieduto, ieri al Viminale, una riunione sull’ “accoglienza dei migranti”, alla quale hanno partecipato il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, il capo di Gabinetto, Luciana Lamorgese, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, il capo Dipartimento Liberta’ Civili e Immigrazione, Mario Morcone, e il Presidente dell’ANCI, Piero Fassino.
“L’incontro di oggi – ha sottolineato Alfano – e’ stato molto positivo perché abbiamo disegnato un nuovo modello di governance del fenomeno migratorio attraverso un Piano nazionale di programmazione dei flussi e di ripartizione dei richiedenti asilo e rifugiati in tutti i Comuni italiani. Obiettivo del Piano e’ quello di strutturare un sistema di accoglienza dei migranti, diffuso sull’intero territorio nazionale, che garantisca una ripartizione equilibrata dei posti per l’ospitalita’ dei richiedenti asilo e rifugiati, sia per i livelli regionale e provinciale che per quello comunale.
Auspichiamo la condivisione di tutti i sindaci su questo nuovo sistema – ha aggiunto Alfano – che e’ stato pensato per assicurare un “criterio di scalabilita’” tale da consentire la gestione delle fasi di eventuali ampliamenti o contrazioni numeriche, rispondendo in maniera flessibile ai fabbisogni di accoglienza che si potranno registrare nel corso del tempo. Con questa diversa pianificazione avremmo il vantaggio, a fronte di assegnazioni dei posti previsti a livello provinciale e comunale, di mettere in atto processi di revisione dei contingenti numerici prestabiliti, in modo coerente con le specifiche esigenze locali.
Due – ha precisato Alfano – sono i pilastri del nuovo sistema di accoglienza: – l’adesione volontaria allo SPRAR, da parte dei Comuni, cui viene presentata l’alternativa tra l’entrare in un sistema ordinario e istituzionale o assistere al trasferimento di richiedenti asilo sul proprio territorio, stabilito a livello centrale sulla base di un piano nazionale di ripartizione; – una modalita’ di accreditamento “continuo” allo SPRAR, che superi cosi’ l’attuale complessita’ imposta dalla periodicita’ di pubblicazione dei bandi di adesione e che si caratterizzi per una gestione “a liste sempre aperte” per accogliere le domande degli Enti locali, senza piu’ vincoli temporali, ma solo in base alla disponibilita’ delle risorse, istituendo una sorta di albo permanente in cui accreditarsi.
Il Piano Nazionale si pone come obiettivi di realizzare una programmazione nazionale articolata a livello regionale, provinciale e comunale; di individuare una prima modalita’ di ripartizione “a livello regionale” che elimini il piu’ possibile le disparita’ inevitabili derivanti da criteri fondati unicamente su variabili demografiche dei Comuni; di procedere, in cascata, a una seconda modalita’ di ripartizione “a livello comunale”, che da un lato mantenga un’ottima approssimazione con il dato “di riferimento” regionale, dall’altro tenga in considerazione l’esigenza di differenziare la distribuzione almeno per alcune classi di Comuni (nello specifico: i Comuni sino a 2.000 abitanti, oltre i 2000 abitanti e Comuni metropolitani); e infine di definire e utilizzare un criterio di ripartizione che indichi la quota minima di posti da assegnare ad ogni Comune. Tutti i Comuni appartenenti alle tre classi – ha concluso il ministro dell’Interno – avrebbero, in ogni caso, la facolta’ di esprimere l’eventuale disponibilita’ anche per un numero di posti superiore a quello attribuito dal Piano in questione.