Roma, 8 novembre 2018 – Via l’insegnamento dell’italiano, via l’assistenza psicologica, via l’orientamento sul territorio: solo i titolari della protezione internazionale avranno diritto ai servizi di “integrazione e inserimento” che fino ad oggi spettavano a tutti i migranti che presentavano domanda d’asilo. Nel giorno in cui il Senato approva il decreto sicurezza, Matteo Salvini presenta le nuove linee guida degli appalti per i servizi d’accoglienza, che ridefiniscono l’intero sistema e tagliano le spese, portandole da una media di 35 euro a 19-26 euro a persona. “E’ una giornata bellissima – dice soddisfatto il ministro dell’Interno – in pochi giorni abbiamo messo ordine ad una materia che attendeva di essere ordinata da 10 anni. Abbiamo portato ordine, regole, serietà e trasparenza in un fenomeno dell’accoglienza che era diventato un mercimonio, un business fuori da ogni controllo, pagato dal contribuente”.
Le linee guida scaturite dal Tavolo con Regioni, Comuni ed esperti del settore confluiranno ora in un decreto del ministro dell’Interno che sarà inviato prima alla Corte dei Conti e, una volta ottenuto il via libera, alle prefetture: sostanzialmente vengono individuati diversi bandi-tipo per i servizi d’accoglienza, uniformi in tutta Italia, in base alla grandezza dei Centri: fino a 150 posti, 300, 600, 900, 1.200, 1.500, 1.800. Uno riguarderà invece la cosiddetta “accoglienza “individuale, vale a dire fino a 50 persone. Di fatto tutti coloro che sono ospitati negli appartamenti e che rappresentano l’80% dei soggetti ad oggi inseriti nel sistema. Più è grande il Centro, più i costi da mettere a base d’asta saranno contenuti, con un minimo di 19 euro a migrante per le strutture fino a 1.800 persone ad un massimo di 26 per i Centri da 300 posti. Per l’accoglienza individuale è prevista una spesa di 21 euro. Si continueranno invece a spendere 32 euro per i servizi nei Cpr.
Ma cosa cambia nella sostanza per i 144mila migranti oggi nel circuito dell’accoglienza? Il direttore del Dipartimento immigrazione e libertà civili del ministero, Gerarda Pantalone sostiene che “nulla viene tolto” e ai migranti vengono garantiti “tutti i servizi previsti dalle direttive europee per garantire la dignità della persona umana”, vale a dire “il servizio di assistenza alla persona” (mediatore culturale, informazione su diritti e doveri, assistenza sociale) ma anche “assistenza sanitaria, preparazione pasti, lavanderia, igiene ambientale, kit di ingresso, pocket money e scheda telefonica (5 euro)”. Ma è lei stessa ad ammettere che saltano “i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, perché questi vengono riservati ai titolari di protezione internazionale” e “dunque verranno destinati in un secondo momento”. Una scelta che, secondo Pantalone, “si fonda sulla realtà” in quanto ci sono 9mila centri uno diverso dall’altro. Nei piccoli centri salteranno quindi “determinati servizi e dotazioni di personale” (direttore amministrativo, magazziniere, mensa, lavanderia); e nel circuito dell’accoglienza individuale i migranti si prepareranno i pasti da soli e puliranno le case, con il cibo e i prodotti forniti dallo Stato, “così come avviene in tutta Europa”. Ma non solo: in presenza di piccoli numeri, verranno messi in rete una serie di servizi amministrativi: significa ad esempio che un solo assistente sociale si occuperà di 50 migranti che abitano anche in diversi comuni. “Prevedere un direttore, un assistente sociale, un barbiere, un medico per ogni piccolo numero è follia” dice Pantalone.
I contratti attualmente in essere rimarranno validi: alla scadenza le nuove gare saranno fatte secondo i nuovi capitolati e avranno la durata di un anno. “Chi vedeva l’immigrazione come una mangiatoia da oggi è a dieta – conclude Salvini – e sono convinto che molti finti volontari non parteciperanno più ai bandi perché non ci sarà più da mangiare”.
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