Applicarla ai comunitari non è in linea con la normativa europea. La Commissione: "L’Italia modifichi il decreto"
Bruxelles – 17 settembre 2008 – L’aggravante della clandestinità entrata in vigore col decreto sicurezza discrimina i cittadini degli stati Ue rispetto agli italiani. Per questo motivo, la Commissione ha chiesto al governo di modificare il decreto, che così com’è non è in linea col diritto comunitario.
Lo ha detto stamattina il portavoce del commissario Ue alla Giustizia Jacques Barrot, Michele Cercone.
"Barrot vuole e considera suo dovere vegliare affinché le legislazioni degli Stati membri siano in applicazione delle direttive europee, e desidera avere un diritto chiaro, consolidato, compatibile con il diritto comunitario” ha precisato Cercone. “Nel caso specifico è chiaro che chiederemo e abbiamo già chiesto al governo italiano di introdurre le modifiche necessarie, e faremo tutto ciò che è in nostro potere e nelle nostre competenze per essere scuri che le leggi italiane restino in linea con il diritto Ue".
Il decreto sicurezza, convertito in legge a fine luglio, prevede un’aggravante di pena per chi commette un reato “mentre si trova illegalmente sul territorio nazionale”.
L’aggravante quindi colpisce i clandestini extracomunitari, ma anche romeni, polacchi e altri cittadini Ue che, ad esempio, si trattengono in Italia per più di tre mesi anche se non lavorano, non studiano e non hanno mezzi di sussistenza. In questo modo, a parità di reato, i cittadini comunitari verrebbero colpiti più severamente degli italiani.
Ieri, sulla base delle stesse valutazioni, anche gli esperti legali del Parlamento Europeo avevano puntato il dito contro l’aggravante. L’eurodeputata liberale romena Adina Valean ha chiesto alla Commissione europea di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia europea “per violazione della normativa comunitaria in materia di discriminazione tra i cittadini comunitari”.
È probabile, a questo punto, che il governo italiano modifichi il decreto, ma difficilmente rinuncerà a colpire i clandestini extracomunitari. Per adeguarsi alle richieste dell’Ue, basterà tirare fuori dall’aggravante i comunitari.
Intanto, la Commissione sta ancora esaminando i tre decreti legislativi su ricongiungimenti, circolazione dei comunitari e diritto di asilo approvato il primo agosto in consiglio dei ministri. I testi non sono ancora in vigore, ma anche questi andranno modificati.
“Siamo in contatto con le autorità italiane – ha spiegato Cercone – e abbiamo chiaramente indicato quali sono secondo noi le modifiche che devono essere introdotte per essere sicuri che questi decreti siano in linea con il diritto comunitario”.
EP