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Al Trieste Film Festival trionfa la Polonia

La kermesse triestina, che racconta l’Europa dell’Est, premia la maestria dei registi nel disegnare, con amarezza e ironia, la nuova realtà del post comunismo

 

Trieste – 25 gennaio 2008 – Ieri si è conclusa la 19a edizione del Trieste Film Festival, la manifestazione cinematografica, vetrina di registi esteuropei.

Ad accomunare le 55 opere che erano in concorso in anteprima italiana è l’attenzione verso una nuova situazione socio-politica che ha caratterizzato l’epoca post-comunista nei paesi dell’Est Europa. Certamente non solo questo, perché molti dei temi sono anche universali: la vita di tutti i giorni, con i suoi problemi economici, familiari, lavorativi. Nelle pellicole si legge ancora tanto la riflessione sui forti cambiamenti storici nei paesi in cui i film sono ambientati, tra cui Romania, Polonia, Slovenia, Moldavia, Lituania, Estonia, Turchia. I protagonisti si trovano a fare i conti con una situazione nuova, con nuove problematiche da affrontare come la povertà, la corruzione, il consumismo, l’immigrazione.

Sul podio è salita la Polonia con il lungometraggio “Plac Zbawiciela” (Piazza del Redentore) prodotto nel 2006 e diretto in coppia da Krzysztof Krauze e Joanna Kos-Krauze. La pellicola, che si è aggiudicata il Premio Trieste di cinquemila euro, è stata selezionato per gli European Film Awards 2007 e ha vinto il Grand Prix al festival del cinema polacco Gdynia. “Plac Zbawiciela” è stato giudicato “un film magistralmente costruito e ben diretto, che racconta gli effetti del disagio economico sui rapporti umani”.

All’interno della sezione lungometraggi la giuria ha assegnato anche due menzioni speciali. La prima alla regista slovena Maja Weiss in concorso con il film del 2007 “Instalacija ljubezni” (Installazione d’amore) per “l’originalità del linguaggio cinematografico e per la satira sul consumismo materiale e culturale”. La seconda è andata a un altro film polacco, “Pora umierać” (Tempo di morire) di Dorota Kędzierzawska, per la “straordinaria interpretazione della protagonista” (la nota attrice Danuta Szaflarska).

Il Premio Trieste short (di duemila euro), per i cortometraggi, è stato vinto dal regista turco Nesimi Yetik per “Annem sinema öğreniyor” (Mia madre studia cinema). Di quest’opera la giuria ha apprezzato “la semplicità, la purezza e l’umorismo”. Giudicato “inno al cinema”, il corto è stato indicato come esempio di come, per fare un buon film, sia più importante una grande passione che un grande budget”.

Anche per questa sezione ci sono state menzioni speciali, assegnate a tre cortometraggi: “Bende sira – Ich bin dran!” (Tocca a me!) di Ismet Ergün, una produzione turco-tedesca, “Na sončni strani Alp” (Sul versante ridente delle Alpi) dello sloveno Janez Burger, apprezzato per “l’arguta mescolanza di senso dell’assurdo e per l’ironico disvelamento di stereotipi nazionalistici che ammorbano la politica contemporanea”. Infine, menzione speciale anche a “Porno” di Jan Wagner, altra produzione polacca del 2006.

Per il Premio Alpe Adria Cinema di 2.500 euro, dedicato ai documentari, c’è stato un ex-aequo. Le due pellicole scelte sono state “Das Leben ist Ein Langer Tag” (La vita è un’unica lunga giornata) di Svenja Klüh, Germania 2007, e Plošča (Piazza Kalinovski) di Jurij Chaščevatskij, Estonia 2007. Il primo ha colpito per “la delicatezza e la forza con cui la regista riprende un lungo frammento nella vita di alcuni personaggi, sospesi e indefiniti, e per la capacità di creare un’atmosfera cinematografica da una situazione dolente e rarefatta”. Del secondo ha fatto colpo “la capacità del regista di creare immagini che emozionano, di documentare la realtà dal suo appassionato, a volte sarcastico, punto di vista”.

Anche il pubblico ha avuto modo di esprimere la propria preferenza e ha premiato tre film per categoria. Tra i lungometraggi hanno vinto Pora umierać (Tempo di morire) di Dorota Kędzierzawska, Polonia, Estrellita – Pesem za domov (Estrellita) di Metod Pevec, Slovenia – Germania e Klopka (La trappola) di Srdan Golubović, Serbia – Germania – Ungheria. Della sezione cortometraggi le preferenze sono andate a Între ziduri (Fra i muri) di Ana-Felicia Scutelnicu, Germania, Szalontüdő (Trippa e cipolle) di Márton Szirmai, Ungheria e Saşa, Grişa şi Ion (Saşa, Grişa e Ion) di Igor Cobileanski, Moldavia. Infine, i documentari più votati dal pubblico sono stati Das Geheimnis von Deva (Il segreto di Deva) di Anca Miruna Lazarescu, Germania – Romania, Otroci s Petrička (I bambini della collina di Petriček) di Miran Zupanič, Slovenia e Gyveno senelis ir bobute (Nonno e nonna) di Giedrė Beinoriūtė, Lituania.

“L’apprezzamento espresso per il festival dal pubblico, dalla critica e dagli ospiti presenti, – commenta Cristina Sain, presidente della manifestazione – premia un’edizione che ha saputo ancora una volta attestare questo evento quale preziosa vetrina per tanta cinematografia che merita un’adeguata ribalta internazionale”. Alcune fasi salienti e “dietro le quinte” della kermesse triestina sono ancora visibili su www.triestefilmfestival.it.

Antonia Ilinova

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