De Corato (Pdl): "Senza visti, a rischio la sicurezza". Borghezio (Lega Nord): "Via libera irresponsabile ai rom"
Roma – 9 novembre 2010 – Mentre a Tirana e Sarajevo si festeggia per la liberalizzazione degli ingressi nell’Ue, in Italia c’è chi grida all’invasione di albanesi e bosniaci.
A Milano il più preoccupato è il vice Sindaco Riccardo De Corato, che parla di un “cortocircuito sul piano della sicurezza” e del rischio che l’eliminazione dei visti "faccia piombare la città in quella situazione che abbiamo già vissuto nel 2007 con l’ingresso della Romania nella Ue", quando Milano si trovò in poco tempo 10 mila nomadi in citta’ e il 40 % dei latitanti provenienti da Bucarest e dintorni”.
In realtà i romeni potevano arrivare senza visto in Italia già dal 2002, quindi, eventualmente, il problema si poneva da prima. Ad ogni modo, per De Corato "la decisione di abolire il visto per Albania e Bosnia rischia dal prossimo dicembre di replicare un de’ja vu’. A Milano ci sono 5203 albanesi, e i numeri potrebbero avere un’impennata" il che si tradurrebbe in “maggiori costi sociali e sul piano della sicurezza”.
Più esplicito ed "etnicamente circoscritto", con buona pace delle leggi contro il razzismo, l’allarme lanciato dall’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio.
"La gravissima decisione presa oggi dal Consiglio affari interni dell’UE – scrive Borghezio in una nota – consentira’ il libero via vai entro l’area Schengen di immigrati extra UE provenienti da Albania e Bosnia Erzegovina, cioe’ da Paesi notoriamente privi di adeguate strutture di controllo e, per di più caratterizzate dalla presenza di organizzazioni criminali estremamente diffuse, ramificate e potenti".
"Al Parlamento europeo, purtroppo, anche i parlamentari italiani, ivi compresi quelli del centro-destra con la sola esclusione dei leghisti, avevano avvallato ad ottobre questa decisione che non potra’ non rappresentare, di fatto, un ‘via libera’ rilasciato irresponsabilmente ai rom" conclude il leghista, avallando la solita equazione tra rom e criminalità.