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Espulsioni romeni. L’Ue esamina il pacchetto sicurezza

Il testo varato dal governo al vaglio della Commissione. I rimpatri sono in linea con le norme europee?

Roma – 9 novembre 2010 –La Commissione europea sta analizzando il nuovo pacchetto sicurezza varato venerdì scorso dal governo. Sotto la lente dell’esecutivo Ue ci sono le espulsioni  forzate previste per i  romeni e per gli altri cittadini comunitari che non hanno i requisiti per rimanere per più di tre mesi in Italia.

“Siamo al corrente delle nuove misure adottate dalle autorita’ italiane, che ci sono state notificate lo scorso venerdì, siamo in stretto contatto con loro e al momento stiamo analizzando il testo, quindi a questo stadio non ci sono ancora conclusioni" ha detto ieri Matthew Newman, il portavoce della commissaria Ue alla giustizia e cittadinanza Viviane Reding.

Reding e il suo staff devono verificare se le misure del nuovo pacchetto sicurezza siano compatibili con la direttiva 38 del 2004 che riguarda la libera circolazione dei cittadini europei. Secondo il ddl varato dal governo, chi non ha requisiti per rimanere in Italia verrebbe prima invitato ad andarsene, ma se non obbedisce potrebbe essere rimpatriato dalla Polizia.

l portavoce della Reding ha quindi sottolineato che l’obiettivo della direttiva europa sulla libera circolazione è quello della "protezione dei cittadini Ue". Un cittadino europeo puo’ infatti soggiornare liberamente per tre mesi in un altro stato membro, ma per potere prolungare il suo soggiorno deve dimostrare di non essere un "fardello" per lo stato che lo ospita in termini economici, sociali e di sicurezza.

Pero’, ha ricordato Newman, la valutazione della situazione di ogni singolo cittadino deve essere fatta "caso per caso e su base individuale", prendendo in considerazione parametri come "l’eta’, lo stato di salute, l’integrazione nel tessuto sociale del paese, le relazioni familiari, la condizione lavorativa e cosi’ via". Procedura, questa, che ad esempio non era stata rispettata da Parigi nel caso delle espulsioni dei rom, ed aveva quindi fatto l’oggetto di un avvio di procedura di infrazione da parte di Bruxelles.

Secondo la direttiva di Bruxelles, ha quindi proseguito il portavoce della Reding, se un cittadino non soddisfa alcuna di queste condizioni per la sua permanenza nel paese ospitante, allora le autorita’ possono espellerlo ma "con il preavviso di un mese". La persona colpita dal provvedimento puo’ inoltre fare appello presso le autorita’ nazionali dello stato ospitante contro l’espulsione.

 

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