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Picchiata dai compagni, ma la scuola non interviene, anzi: la vicepreside la chiude in uno stanzino

Roma, 15 aprile 2022 – Insulti, aggressioni, furti, calci, pugni: quello che la piccola Gianna, una ragazza di soli 14 anni, ha dovuto subire ad Anzio in questi mesi a scuola sono veri e propri atti di violenza ingiustificata. Cattiveria che è esplosa nella fretterà del naso durante l’ora di ginnastica, frattura per il quale Gianna è stata costretta a ricorrere a un’operazione. E tutto questo perché? Perché non parlava bene l’italiano.

Anzio, la mamma della ragazzina bullizzata: “Un inferno”

“E’ stato un inferno. Viene attaccata perché non parla bene l’italiano. Abbiamo vissuto dieci anni a Buenos Aires, ma siamo nate ad Anzio”, ha spiegato la mamma di Gianna. Questa, infatti, è la motivazione che ha portato i bulli della scuola a tormentare per oltre cinque mesi la 14enne con calci, pugni, insulti, furti, fino alla frattura del naso avvenuta lo scorso martedì e lo svenimento per aver battuto la testa contro un gradino. Proprio ieri Gianna è stata operata al naso, e ora dovrà portare il gesso per dieci giorni. Nel frattempo, però, si sta cercando di fare chiarezza. “Ci sono stati anche i furti di penne, quaderni.

Tutte azioni assurde e che l’hanno logorata giorno dopo giorno”, ha raccontato la mamma. Gianna cercava di difendersi, ma non era semplice. E ogni giorno era costretta a leggere frasi come “Argentina di mer*a”, “zoc***a” e “te ne devi andare” sulla chat della classe.

Tra l’altro, tutto questo succedeva sotto gli occhi della scuola che era stata avvertita. La scorsa settimana, infatti, Gianna era stata picchiata fuori da scuola e l’Istituto ne era al corrente, ma ha scelto di non fare nulla. “Aspettavo mia figlia in auto per darle il pranzo perché il giovedì ha orario prolungato. È arrivata con una guancia rossa, la forma di cinque dita, e un graffio sulla mano. Una mamma l’aveva aiutata”. Chiaramente la madre della ragazzina è andata subito dalla vicepreside, ma ha trovato “una donna deleteria. Mi ha risposto che non ne sapeva nulla, il giorno dopo ha inviato una nota in cui ha vietato agli studenti di uscire di scuola”.

La mamma di Gianna: “Avevo presentato più di 10 segnalazioni”

Una decisione che non ha fatto altro che peggiorare la situazione: Gianna, infatti, da quel momento ha iniziato a ricevere messaggi del tipo “ti riempiamo di botte, attenta“. Esattamente quello che poi si è verificato martedì: un pestaggio da parte di tre 13enni e un 14enne. Nonostante questo, il giorno dell’aggressione la vicepreside ha chiuso Gianna in uno stanzino per 35 minuti “mentre piangeva e le gocciolava il sangue dal naso. L’ha accusata di aver aggredito per prima. Non la perdono. E’ stato un atto troppo grave. L’ambulanza è stata chiamata dopo un’ora”. Adesso le tre bulle hanno pure presentato una denuncia nei confronti di Gianna. Tutto questo è andato avanti per mesi.

“Da novembre ho inviato oltre dieci segnalazioni alla scuola. A nessuna è stata data risposta. Nemmeno alla richiesta di colloqui con la direzione. Due settimane fa ho scritto anche al provveditorato. Solo silenzio. Nessuno ha chiamato per sapere come sta mia figlia. E Gianna mi dice: “Mi sento sola”. Non è giusto”, ha commentato Giulia, la mamma della giovane.

“Piena solidarietà alla 13enne bullizzata e aggredita ad Anzio. Si faccia piena luce su cosa è accaduto, su chi sono i responsabili e chi non ha vigilato rendendo possibile questa follia. Non lasciamola sola e ascoltiamo il suo grido di dolore”, ha scritto ieri su Facebook Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio.

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