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Arriva il Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza

Presentato dal governo un programma triennale di interventi, soprattutto nell’ambito del lavoro. Ecco cosa prevede

 

Roma – 19 agosto 2015 – Prevenire e combattere le discriminazioni, assicurando la parità di trattamento, è l’obiettivo principale del Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza di cui sta per dotarsi l’Italia. Un programma triennale di interventi che coinvolgeranno pubblica amministrazione e società civile, soprattutto nell’ambito del lavoro. 

Il Piano è stato preparato  da un Gruppo Nazionale di Lavoro che riunisce 85 associazioni, 7 ministeri (Lavoro, Interno, Istruzione, università e ricerca, Salute, Affari regionali, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, alimentari e forestali),  Regioni,  enti locali e parti sociali. Il ministro del lavoro Giuliano Poletti lo ha illustrato al Consiglio dei ministri lo scorso 6 agosto. 

“L’obiettivo principale del piano – spiega una nota del governo – consiste nell’individuazione delle aree prioritarie su cui focalizzare l’attenzione per promuovere, nel prossimo triennio, azioni specifiche per prevenire e/o rimuovere le discriminazioni. Avvalendosi in primo luogo dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), si vuole offrire un supporto alle politiche nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza, nel rispetto degli obblighi assunti a livello internazionale ed europeo, secondo i principali obiettivi dell’Asse “Lavoro e occupazione”:

Raccogliere dati per il monitoraggio delle discriminazioni in ambito lavorativo;

• Incentivare l’adozione di politiche di diversity management e di contrasto alle discriminazioni da parte delle aziende pubbliche e private.

• Promuovere l’eliminazione delle barriere nell’accesso all’occupazione per le persone a rischio di discriminazioni, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

• Promuovere la conoscenza dei meccanismi di conciliazione e migliorare l’accesso alla giustizia per le vittime di discriminazioni.

• Effettuare indagini statistiche sull’accesso al lavoro e sulle condizioni di lavoro delle persone a rischio di discriminazione.

• Promuovere i principi dell’uguaglianza sul lavoro.

• Favorire la formazione professionale delle persone a rischio di discriminazione per favorire il loro inserimento o reinserimento lavorativo.

• Favorire la costituzione di aziende start-up, incluse le società cooperative, da parte di persone a rischio di discriminazione.

• Promuovere il ruolo attivo dei Centri per l’impiego nella lotta alle discriminazioni.

• Promuovere l’utilizzazione dei fondi paritetici interprofessionali.

• Monitorare gli effetti del Jobs Act in materia di discriminazione.

• Favorire il ruolo del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”.

 

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