Dal 2 settembre le domande per il Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), fino a 400 euro al mese. Tra i requisiti, residenza da almeno due anni e carta di soggiorno
Roma – 24 agosto 2016 – Fino a 400 euro al mese per le famiglie più povere, anche immigrate, ma con molte eccezioni. È il Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), una nuova misura di contrasto della povertà.
Lo Stato accredita i soldi, che aumentano in base al numero di componenti della famiglia, su una carta elettronica (carta Sia) per fare la spesa, comprare medicine o pagare le bollette. In cambio, i beneficiari si impegnano ad aderire a un progetto personalizzato (ricerca lavoro, corsi di formazione, frequenza scolastica ecc.) che dovrebbe consentire loro di migliorare la propria condizione.
Il Sia è riservato a nuclei familiari con un reddito molto basso (Isee non superiore a 3 mila euro), privi di beni di valore, di assegni di disoccupazione o di altri sussidi superiori a 600 euro. Tra i componenti deve inoltre esserci almeno un figlio minore oppure un disabile oppure una donna in stato di gravidanza. Le domande potranno essere presentate presso il Comune a partire dal prossimo 2 settembre.
Possono chiedere il Sia i cittadini italiani o comunitari e i loro familiari titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure i cittadini extracomunitari, ma solo se hanno il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno. È inoltre indispensabile essere residenti in Italia da almeno due anni.
Il requisito della carta di soggiorno taglierà fuori molti cittadini stranieri che hanno in tasca un “semplice” permesso valido per lavorare (lavoro, famiglia, attesa occupazione…). Eppure, secondo la normativa europea, queste categorie dovrebbero poter accedere in Italia alle prestazioni sociali al pari degli altri cittadini.
La scelta del governo, analoga a quella fatta in passato per il bonus bebè, rischia di essere discriminatoria, quindi illegittima. E di portare il neonato Sostegno per l’Inclusione attiva in tribunale.
Elvio Pasca
Sostegno per l’Inclusione Attiva, le spiegazioni del ministero del Lavoro