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Terremoto, vittime e solidarietà anche tra i profughi

Ad Amatrice crollate anche tutte strutture di accoglienza. Gli ospiti di un centro Sprar di Gioiosa Ionica devolvono il loro pocket money ai terremotati, da altri centri accoglienza arrivano volontari nelle zone colpite dal sisma

 

 

Roma  25 agosto 2016 – Il sisma che ha colpito ieri l’Italia centranle non ha risparmiato neanche le strutture dello Sprar che ospitano i rifugiati e i richiedenti asilo. Ad Amatrice, in particolare, sono crollate tutte le cinque strutture presenti sul territorio comunale, rende noto l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

In un primo momento, tra i migranti ospitati ad Amatrice, quattro erano rimasti feriti, mentre altri quattro erano dispersi. Al momento resta un solo disperso, mentre sette persone sono state trasferite negli ospedali per ricevere cure adeguate, e nessuno sarebbe in pericolo di vita. Si spera per la sorte dell’unico disperso rimasto, mentre sono già stati attivati i trasferimenti in altre strutture per i 24 beneficiari di protezione rimasti senza strutture di accoglienza: per 16 di loro è già stato disposto il trasferimento.

Ma la rete di solidarietà si è attivata anche tra gli stessi migranti: gli ospiti delle strutture Sprar di Gioiosa Ionica, in Calabria, hanno deciso di devolvere ai terremotati il loro pocket money, cioè i soldi che ricevono oltre al vitto e all’alloggio: 2,5 euro al giorno. “Stiamo cercando di capire come aiutarli a fare il versamento e a chi ma vorremmo sottolineare questo piccolo ma rilevante gesto di aiuto tra popoli, da parte di chi si è sentito accolto in Italia e vuole in qualche modo ricambiare la solidarietà” ha dichiarato il coordinatore dello Spar di Gioiosa Ionica, Giovanni Maiolo.

L’Anci auspica che iniziative come quella dei richiedenti asilo di Gioiosa Ionica possano velocemente estendersi a tutte le altre strutture SPRAR presenti nei Comuni italiani.

Intanto, molti richidenti asilo partecipano volontariamente alle operazioni di soccorso nei luoghi colpiti dalle scosse. Da una struttura di accoglienza gestita dal Gus a Monteprandone (Ascoli Piceno), ne sono partiti ad esempio dieci per Amandola, uno dei paesi più colpiti delle Marche. “Sono stati loro – ha detto Paolo Bernabucci del Gus – a chiedere di poter dare una mano in questo momento tragico per la regione che li ospita”.

Da Benevento sono partiti invece dieci ospiti del centro di accoglienza Damasco e altre offerte di contributo sono arrivate anche da migranti e richiedenti asilo assistiti a Taranto, Modugno e Bitonto dalla cooperativa Costruiamo Insieme. “Non è solo un modo per ricambiare l’accoglienza ricevuta, ma anche e soprattutto la volontà di poter dimostrare che possono contribuire ad aiutare e magari migliorare la nostra Italia”, ha spiegato in una nota Nicole Sansonetti, presidente della coop.

 

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