Presentata alla Camera la proposta del partito. Speranza: "Attuare l'articolo 10 della Costituzione". Giacomelli: “C'è uno spread della civiltà”. Chaouki: "Condizioni disumane nei centri di accoglienza"
Roma – 8 ottobre 2013 – Il Partito Democratico vuole subito una legge che disciplini finalmente in maniera organica il diritto d’asilo e la protezione internazionale in Italia, definendo in un unico testo beneficiari e procedure, dalla presentazione della domanda fino agli interventi di accoglienza, assistenza e integrazione.
“Abbiamo un ritardo ed è utile che venga assolutamente recuperato, come chiede autorevolmente anche il presidente della Repubblica. Si tratta di attuare l’articolo 10 della nostra Costituzione, per questo chiederemo la procedura d’urgenza” ha detto stamattina il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, presentando la proposta di legge firmata da Antonello Giacomelli e altri deputati del Pd.
“Se c’è uno spread dei titoli di Stato c’è anche uno spread della civiltà, che non è meno importante”ha esordito Giacomelli. La sua proposta conta sessanta articoli che serviranno anche a “porre, in una relazione che non generi confusione, lo status di rifugiato, la protezione internazionale e l’asilo politico” e che vanno intesi come un primo passo verso una normativa comune europea, anzi un “punto avanzato di sintesi tra le direttive che l’Europa fino a oggi ha dato in questa materia e la legislazione recepita nei vari Stati”.
Giacomelli ha sottolineato che il testo vuole assicurare assistenza e accoglienza anche ai titolari di protezione internazionale che non abbiamo i requisiti per esser inseriti nello status di rifugiati. E che nelle commissioni che valutano le richieste i rappresentanti dello Stato non supereranno il 30%, perché “il diritto soggettivo perfetto della persona è superiore all’interesse legittimo della pubblica amministrazione, dunque deve essere tutelato”. Si introduce poi “una relazione più virtuosa tra le commissioni territoriali e quella nazionale, che funziona da diritto d’appello”.
Nel testo si dice che la domanda andrebbe presentata alla polizia di frontiera o in Questura. Ma su questo punto Giacomelli dice che “il governo può utilmente intervenire” anche per rendere “giuridicamente innovativo il ruolo delle ambasciate”, “assicurando un percorso di reale agibilità, per sottrarre le persone a una indistinta corsa verso esiti troppo spesso drammatici”. Si potrebbero cioè accettare domande in altri Paesi, attraverso la nostra rete diplomatica, in modo da evitare le traversate del Mediterraneo.
La proposta porta anche la firma di Khalid Chaouki, che nei giorni scorsi è stato a Lampedusa tra i sopravvissuti del naufragio, nel centro di accoglienza da trecentocinquanta posti dove si ammassano mille persone. “Sono in condizioni disumane. Abbiamo un problema serio riguardo alle strutture di accoglienza dei profughi, è intollerabile oggi accettare questa realtà nonostante l’impegno e la buona volontà dei volontari e delle amministrazione locali” ha denunciato il deputato e responsabile Nuovi Italiani del Pd.
Una legge organica sul diritto d’asilo, ha sottolineato Chaouki, è indispensabile per chiedere con credibilità all’Europa “una giusta condivisione” del peso dell’accoglienza ed è”anche il modo migliore per onorare il ricordo delle vittime del naufragio e dare seguito al lutto nazionale. È il momento di cambiare rotta e per evitare questa mattanza in mare tutta l’Europa deve trovare un canale diretto di esame e accoglimento delle domande direttamente sulla sponda sud del mediterraneo”.
EP