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Asilo, la Cassazione al governo: “Non sopprimere garanzie”

Le critiche del presidente Canzio all’eliminazione delle udienze e di un  grado di giudizio nei ricorsi dei richiedenti asilo. Orlando replica: “Garanzie rafforzate”  

 

Roma – 15 febbraio 2017 – “Semplificazione e razionalizzazione delle procedure non può significare soppressione delle garanzie”. 

È il richiamo al governo del presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, rispetto alle nuove procedure per l’asilo previste dal decreto legge Minniti-Orlando. Questo, tra le altre cose, abolisce un grado di giudizio nei ricorsi dei profughi contro le decisioni negative delle commissioni territoriali dell’asilo e prevede per il primo grado il rito in Camera di Consiglio, con udienza solo eventuale. 

“Per chi ha una concezione moderna del processo la partitasi gioca tutta intorno al tema del contraddittorio che significa riconoscimento della dignità dei partecipanti che deve essere leale aperto e rigoroso ma che pone su di un piano di parità tutte le parti” ha sottolineato Canzio inaugurando ieri mattina l’anno giudiziario al Consiglio Nazionale Forense. “Se le cose stanno così, se queste sono le garanzie, chiedo a lei signor ministro della Giustizia una riflessione, probabilmente non va bene la bozza della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato”. 

“Pretendere la semplificazione e razionalizzazione delle procedure non può significare soppressione delle garanzie. In alcuni casi non c’è neppure il contraddittorio, come si può pensare allora al ruolo di terzietà del giudice, rispetto a chi?” ha chiesto il presidente della Corte di Cassazione.

Non si è fatta attendere la risposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che difende l’impianto disegnato dal governo: “Lo scopo del testo è proprio quello di rafforzare le garanzie nel giudizio di primo grado e assicurare l’effettività della tutela del migrante, ma nel contempo anche di apprestare gli strumenti necessari per evitare il rischio che la giurisdizione possa essere travolta dall’impatto di fenomeni sociali che hanno assunto dimensioni sconosciute nel passato”.

“ll  giudice di primo grado – ha spiegato Orlando – sarà tenuto per espressa previsione del decreto legge, a fissare l’udienza quando valuterà la necessità di sentire personalmente il richiedente asilo; quando riterrà indispensabile che le parti diano chiarimenti; quando darà luogo alla fase istruttoria per la raccolta di prove diverse dai documenti e in ogni altro caso in cui l’impugnazione si fonderà su elementi non emersi nel corso della procedura amministrativa dinnanzi alla commissione”.

“Il richiedente asilo potrà inoltre chiedere al giudice di essere sentito, e spetterà a quest’ultimo valutare se l’ascolto diretto sarà o meno necessario. Il dibattito parlamentare potrà contribuire a raccogliere le istanze di ulteriore rafforzamento delle garanzie del giudizio di primo grado” aggiunge il Guardasigilli. 

“Quanto al ruolo che sarà consegnato alla Corte di Cassazione competerà a questa valutare di volta in volta se le questioni dedotte con il ricorso siano di tale importanza – nella prospettiva dell’uniformità dell’interpretazione – da richiedere la trattazione in udienza pubblica o se possano essere esaminate in camera di consiglio”.

 

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