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Asilo politico alla zia ‘clandestina’ di Obama

Su Zeituni Onyango incombeva un’espulsione. "Il presidente non ha influenzato la decisione" Roma – 18 maggio 2010 – Lieto fine per la vicenda di Zeituni Onyango, la zia keniota di Barack Obama che doveva essere espulsa dagli Stati Uniti. Alla donna è stato riconosciuto l’asilo politico.

Il caso della “zietta Zeituni” era esploso durante la campagna elettorale di Obama,  quando i media rivelarono che la sorella del padre del futuro presidente viveva in una casa popolare a Boston nonostante fosse stato emesso un ordine di deportazione nei suoi confronti nel 2004, dopo che eras tata bocciata una sua prima domanda di asilo.  Obama allora disse che non era al corrente del fatto che la zia non avesse i documenti in regola e che riteneva che la legge dovesse fare il suo corso.

Una volta tornato in aula il caso, un giudice ha subito sospeso l’ordine di deportazione permettendo alla donna di presentare di nuovo richiesta di asilo, che stavolta è stata accolta.  I legali della Onyango non hanno voluto rendere note le motivazioni in base alle quali e’ stato concesso l’asilo, ricordando che la procedura e’ riservata. Ma escludono categoricamente che il presidente sia stato coinvolto nel processo a Boston, come ha anche affermato il portavoce della Casa Bianca, Nick Shapiro.

Margaret Wong, uno degli avvocati della donna, lo  scorso anno avevano detto che nel 2004 la zia di Obama aveva chiesto  asilo per le violenze interne al Kenya. In questo caso la legge  prevede che i richiedenti dimostrino che in patria rischiano  persecuzioni per la loro religione, razza, nazionalita’ o convinzioni  politiche.      

Nella nuova decisione dei giudici deve aver influito anche il  fatto che zia Zeituni, che ha 58 anni, sia afflitta da una rara  malattia al sistema immunitario che l’anno scorso l’ha paralizzata. A  novembre si e’ presentata a testimoniare in aula su una sedia a  rotelle e due medici hanno testimoniato che solo ora sta riprendendo,  grazie alla terapia riabilitativa, a camminare. Ora la Onyango intende ottenere un visto di lavoro e poi fare domanda per la green card, che  apre la strada alla cittadinaza americana.

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