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Atletica. Scendono in campo i figli dell’immigrazione

Due giovani di origine marocchina tra gli azzurri ai mondiali di corsa campestre. Aspettando le nuove leve Roma 19 marzo 2008 – Il futuro dell’atletica italiana ha i tratti esotici dei nuovi cittadini, figli di immigrati che a dispetto dei loro nomi puntano a rinfoltire il medagliere tricolore. Qualche esempio? Le convocazioni azzurre per i Mondiali di corsa campestre che si terranno il 30 marzo a Edimburgo.

Il direttore tecnico delle nazionali azzurre di atletica Nicola Selvaggi ha chiamato 9 atleti, due dei quali sono di origine marocchina: il 18enne Ahmed El Mazoury, per il quale la gara in Scozia sarà l’esordio in azzurro, e Fatna Maraoui, che correrà nella categoria Senior donne. Il primo vive a Lecco, e’ arrivato in Italia al seguito dei genitori e ha ottenuto la cittadinanza del suo nuovo paese da meno di un anno. La Maraoui vive invece in Piemonte.

Crescono intanto le nuove leve, che anche se per la giovane età non potranno volare fino a Edimburgo, stanno già inanellando vittorie.

È il caso di Abdelhak Moumen, grande protagonista delle gare lombarde a livello di cadetti, e del laziale Ali Ma Abdikadar Sheikh, che, a causa delle strettoie della legge sulla cittadinanza, dovrà attendere i 18 anni per diventare anche burocraticamente italiano. Si segnala anche Lukas Manyika Maguhe, mentre tra le donne si è già messa in evidenza la giovanissima Ali Najila Salem, della Sportiva Metanapoli.

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