Approvate le nuove “misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito”. Due anni minimi di residenza, ma la cittadinanza non conta
Trieste – 2 luglio 2015 – Fino a cinquecentocinquanta euro al mese ai più poveri per due anni. In cambio dell’impegno a partecipare a corsi di formazione, a iniziative di inserimento lavorativa e a quant’altro possa essere utile per migliorare la loro condizione.
Sono le “misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito”, già ribattezzate “reddito di cittadinanza”, approvate lunedì scorso dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. E potranno beneficiare anche gli immigrati quando, dopo che verrà varato il regolamento, si potranno presentare le domande.
I requisiti previsti dalla nuova legge per accedere al contributo riguardano infatti solo la situazione economica della famiglia (l’Isee non dovrebbe essere superiore ai 6 mila euro) e il fatto che almeno un suo componente risieda nella Regione da minimo due anni. Nessun accenno alla cittadinanza, nessuna discriminazione.
A Trieste la pensano insomma diversamente che a Milano. Anche la Regione Lombardia guidata dal leghista Roberto Maroni sta progettando l’introduzione del reddito di cittadinanza, ma il governatore e i suoi non si stancano di ripetere che gli extracomunitari saranno esclusi.
Stranieriinitalia.it
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