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Albania nell’Ue. Via libera alla candidatura

Oggi l’ok all’unanimità dal consiglio per gli affari generali, ma con una lunga serie di condizioni. Rama: “Faremo tutto quanto ci sarà chiesto, per i nostri figli”

Lussemburgo – 24 giugno 2014 – Alla fine l’ok è arrivato.

Dopo  l’ennesimo rinvio imposto lo scorso dicembre da Francia, Germania, Danimarca, Olanda e Gran Bretagna, oggi il Consiglio Affari Generali dell’Ue ha dato all’unanimità il via libera alla candidatura dell’Albania a paese membro dell’Unione. Una tappa importante, anche se ci vorranno ancora anni e molti sforzi prima che i cittadini albanesi diventino cittadini europei.

Nelle sue conclusioni il Consiglio indica intatti una lunga lista di obiettivi che l’Albania deve ancora centrare. Intanto, deve “ agire con decisione" per la riforma dell'amministrazione pubblica, del sistema giudiziario, per la lotta contro il crimine organizzato e la corruzione, per la protezione dei diritti umani e le politiche anti-discriminazione, per i diritti delle minoranze ed il rispetto dei diritti di proprietà.

Deve poi continuare l’ impegno contro "l'uso di documenti falsi, il riciclaggio di denaro, la coltivazione di droga ed il traffico di esseri umani". "Il Consiglio – si legge ancora nelle conclusioni – si aspetta anche che l'Albania intensifichi il suo sostegno per una pronta riduzione della pressione migratoria sulla Ue", tra l'altro anche "risolvendo la questione delle richieste infondate di asilo presentate da cittadini albanesi".

Da Tirana, il premier albanese Edi Rama guarda al bicchiere mezzo pieno: “È un passo molto importante verso l'adesione, e soprattutto un chiaro segnale della direzione da seguire. Per tutti gli albanesi oggi c'è maggiore speranza e prospettiva.  Il processo diventa più intenso, la strada ancor più difficile e la sfida ancor più grande. Ma noi faremo tutto quanto ci sarà chiesto, perché questo è nell'interesse dei nostri figli e del nostro futuro”.

La notizia di oggi farà felici anche i cinquecentomila cittadini albanesi che vivono in Italia e non vedono l’ora di togliersi quel suffisso “extra” per rimanere solo “comunitari”.
 

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