Il Governo aggiunge un altro requisito a quelli già esistenti. Colpirà principalmente gli immigrati Dal 1° gennaio 2009 gli aventi diritto all’assegno sociale potranno usufruirne solo a condizione che abbiano avuto una residenza continuativa in Italia di almeno 10 anni. Lo ha stabilito il Governo, con il comma 10, articolo 20, della manovra economico-finanziaria 2008.
Per accedere a tale prestazione assistenziale, insomma, si aggiunge un altro requisito a quelli già esistenti – ovvero: 65 anni di età; residenza in Italia; nessun reddito o un reddito inferiore ai limiti stabiliti ogni anno dalla legge. Una norma dunque – quella dei 10 anni di residenza – che va a colpire in particolare gli immigrati, i cittadini che, pur vivendo qui in regola con i documenti, molte volte non sono in possesso del nuovo requisito.
Attualmente la legge prevede che, ai fini della concessione dell’assegno sociale, ai cittadini italiani aventi diritto siano equiparati (alle medesime condizioni):
– i cittadini extracomunitari in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo
– ex carta di soggiorno;
– i cittadini extracomunitari in possesso della “vecchia” carta di soggiorno UE (se rilasciata prima del 14/02/07 e, pertanto, valida fino alla scadenza);
– i cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno per asilo politico, del permesso di soggiorno per protezione sussidiaria e del permesso di soggiorno per protezione sociale o umanitaria e i loro familiari (coniuge e figli minori a carico);
– i cittadini di uno Stato dell’Unione europea;
– il coniuge e i figli a carico dei cittadini comunitari.