Roma, 6 settembre 2017 – La Gran Bretagna post Brexit metterà fine alla libertà di movimento per i lavoratori e introdurrà delle limitazioni per dissuadere la presenza di tutti i lavoratori non altamente qualificati provenienti da Paesi dell’Unione Europea. Lo sottolineano alcune dettagliate proposte contenute in un documento riservato del ministero degli Interni di Londra di cui il “Guardian” è entrato in possesso. Il dossier di 82 pagine, contrassegnato come “estremamente sensibile”, delinea per la prima volta come la Gran Bretagna intende affrontare la potenzialmente esplosiva questione dell’immigrazione, ossia con un robusto cambio di politica che dia la priorità ai lavoratori britannici.
Nel dossier sono elencate misure per ridurre il numero di migranti meno qualificati dell’Ue, offrendo loro la residenza per un periodo massimo di due anni; un documento destinato a trovare i consensi dei più intransigenti in seno ai Tories. Il documento prevede inoltre un’introduzione graduale di un nuovo sistema di immigrazione che metta fine al diritto della maggior parte dei migranti europei di stabilirsi in Gran Bretagna; prevede inoltre nuove e rigide limitazioni sui loro diritti per portare nel Paese i familiari. Potenzialmente, tutto questo potrebbe portare alla divisione di migliaia di famiglie attualmente ricongiunte in Gran Bretagna.
Esibire un passaporto diventerà obbligatorio per chi vuole entrare in Gran Bretagna; il documento riservato suggerisce poi di varare un sistema di permessi di soggiorno temporanei biometrici per tutti i cittadini Ue che entrano nel Regno Unito dopo la Brexit per più di pochi mesi.