Roma, 27 settembre 2019 – Alla Camera riparte in Commissione Affari costituzionali l’esame della legge sulla cittadinanza che introduce il cosiddetto ius culturae, ovvero l’istituto che permette ai cittadini stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo la frequenza o la conclusione di un ciclo di studi.
L’annuncio è del presidente della Commissione Giuseppe Brescia (M5s), che sarà anche relatore della riforma. L’esame riprenderà giovedì prossimo 3 ottobre. Il testo, a prima firma Laura Boldrini, era stato incardinato in quota opposizioni (Leu) nell’ottobre 2018 e il relatore era Roberto Speranza, ora divenuto ministro.
Lo ius culturae era previsto inoltre nel disegno di legge sulla cittadinanza naufragato nel dicembre 2017 che introduceva anche lo ius soli.
“Siamo ancora all’inizio – spiega Brescia – ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae, legando la cittadinanza alla positiva conclusione di un ciclo di studi, e non alla sola frequenza”.
Nel progetto di legge a firma Boldrini, si legge che “il minore figlio di genitori stranieri” nato in Italia, o entrato entro il 12esimo anno, “acquista la cittadinanza italiana se ha frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti scolastici del sistema nazionale, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali”.
“Non c’è solo il testo a prima firma Boldrini da esaminare – sottolinea Brescia – Ci sono diversi testi di altri gruppi, tra cui un testo Polverini di Forza Italia che introduce proprio lo ius culturae. Naturalmente arriverà anche un testo M5S. Serve una discussione che metta all’angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare”.