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Elezioni amministrative senza cittadini Ue

Solo trentasettemila in tutta Italia quelli che si sono registrati per votare. La Commissione Europea vuole vederci chiaro, censimento di chi andrà alle urne

Roma – 13 maggio 2011 – L’esito delle amministrative è incerto, ma un dato sicuro c’è. I romeni, i polacchi e gli altri cittadini comunitari diserteranno  le urne.

A quindici giorni dal voto erano solo trentasettemila ( ventiquattromila dei quali romeni) gli elettori iscritti alle liste aggiunte nei Comuni di residenza o ammessi al voto con una procedura d’urgenza, appena lo 0, 3% del corpo elettorale coinvolto nelle consultazioni di domenica e lunedì, oltre dieci milioni di persone. Eppure, i comunitari rappresentano almeno il 2% della popolazione.

Questa discrasia si può riscontrare Comune per Comune, analizzando i dati forniti dal Ministero dell’Interno a Stranieriinitalia.it. A Torino, su cinquantacinquemila residenti comunitari, hanno chiesto di votare solo tremilaquattrocento. A Milano tremilasettecento su ventiseimila, a Bologna millecento su novemila, a Napoli trecentocinquanta su cinquemila.

Certo le prenotazioni per il voto sono salite sensibilmente rispetto a qualche mese fa. A Milano, ad esempio, all’inizio di marzo c’erano appena otto cittadini romeni registrati nella lista elettorale aggiunta. Ma il traguardo di una partecipazione accettabile dei cittadini comunitari all’amministrazione delle città in cui hanno scelto di vivere è ancora lontanissimo.

Così va nei milletrecento comuni coinvolti nelle amministrative del 15 e 16 maggio. Con la particolarità che in quelli  più piccoli la partecipazione cresce, probabilmente perché lì le comunità sono più coese, e funzionano  passaparola e  campagne porta a porta dei candidati comunitari (i cittadini Ue hanno anche l’elettorato passivo).

Tre gli indiziati principali per questa scarsa partecipazione. L’obbligo di iscriversi alle liste aggiunte, poca informazione sul diritto di voto e un insufficiente coinvolgimento emotivo, come se l’amministrazione di una città, con il suo bagaglio di scelte importanti per tutti (asili nido, urbanistica, trasporti…), fossero cose da lasciare solo agli italiani. Un fallimento, comunque, anche della politica e delle istituzioni.

Intanto, anche l’Europa vuole vederci chiaro, dal momento che il diritto di voto per i cittadini dell’Ue è sancito dalle normative comunitarie, recepite poi dai singoli Paesi membri nei loro ordinamenti. Qualche giorno fa la Commissione Europea ha chiesto al Ministero dell’Interno un report su potenziali elettori comunitari ed effettiva partecipazione al voto.

Così tra domenica e lunedì verranno censiti tutti i cittadini Ue che andranno alle urne, attraverso un modulo che dovrà essere riempito dai presidenti di tutti seggi. Questi conteranno quante persone di ogni paese europeo si presenteranno a votare. Visti i numeri della partecipazione, non sarà un’operazione particolarmente difficile.

Scarica (cliccare col tasto destro de mouse e scegliere “salva oggetto con nome”)
Gli elettori comunitari Comune per Comune

Elvio Pasca

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