Per il vicepresidente della Commissione Ue servono campagne nei Paesi di origine per scoraggiare i viaggi della speranza
Bruxelles – 4 marzo 2008 – Un approccio globale ed "efficace" all’immigrazione deve puntare alla comunicazione, ma non come "strumento del giorno dopo", bensì come "parte integrante di un progetto e di politiche" che guardino al fenomeno sotto l’aspetto delle "spinte e delle motivazioni ad emigrare" e quello delle politiche di integrazione.
Così il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini nel "pensiero della settimana" pubblicato sul suo sito internet .
Frattini ritiene che non si può lasciare l’immigrazione allo "spontaneismo organizzato" dei trafficanti di esseri umani e non ci si può limitare ad un approccio "repressivo". "Senza comunicazione vince l’immigrazione illegale", va sviluppata "una campagna di informazione-comunicazione, attenta a scegliere i media localmente più influenti, che parli, negativamente, dei rischi mortali del viaggio, delle regole severe dei paesi verso cui ci si dirige illegalmente, e positivamente delle opportunità che ci sono, paese per paese, in termini di formazione e mercato del lavoro".
"L’immigrazione cambierà nome, diventerà mobilità, soltanto grazie alla comunicazione", sottolinea il responsabile Ue per Giustizia, Sicurezza e Libertà. Frattini inoltre segnala la necessità di puntare sulla sussidiarietà e sull’educazione e formazione, che abbia nei bambini "i destinatari-protagonisti di una seconda azione di comunicazione".