“Quintuplicati dal 1998 al 2015, con arrivi dall’estero e nuovi nati. Per il futuro grande mobilità dal Nordafrica e fughe dalle guerre, trasformarle in opportunità”
Roma – 9 novembre 2016 – All’1 gennaio 2016 in Italia “si contano 5.026.153 stranieri, 12 mila in piu’ rispetto al 2014. Gli stranieri rappresentano l‘8,3% della popolazione totale, un numero piu’ alto di quello della Francia (6,6%) e poco inferiore di quello tedesco (9,3%). I dati piu’ aggiornati per l’Italia mostrano una sostanziale stabilita’ del fenomeno”.
Lo ha detto stamattina il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, in un’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.
Alleva ha ricordato che “nel 1998 risultavano poco meno di un milione gli stranieri residenti in Italia”, mentre “nel 2015 il numero e’ quasi quintuplicato: si tratta della crescita relativa piu’ marcata per i paesi Europei per i quali sono disponibili i dati”. In ogni caso, secondo il presidente Istat “i dati Eurostat sulla presenza di stranieri nei paesi dell’Unione Europea a 28 consentono di collocare l’Italia in linea nel contesto Europeo”.
Alleva ha riferito che i cittadini stranieri in Italia “si concentrano al Centro-Nord, che ospita quasi l’84% della popolazione straniera presente, mentre il Sud ospita l’11% e le isole circa il 5%. La popolazione straniera è molto giovane: la quota di ragazzi fino agli 11 anni e’ superiore a quella dei ragazzi italiani di circa 5 punti percentuali. Al contrario, per le persone oltre i 65 anni sono molto piu’ gli italiani”.
“Il 30% degli stranieri residenti in Italia proviene da un Paese dell’Unione Europea: tra questi i romeni sono la collettivita’ che rappresenta quella piu’ presente, con quasi 1 milione. I cittadini non comunitari sono invece il 70% della popolazione straniera residente”. A far aumentare il numero degli stranieri in Italia, ha continuato, “concorrono non solo le migrazioni dall’estero, ma anche i tanti nati nel nostro Paese da genitori stranieri: piu’ di 70 mila l’anno. Ogni anno si registra un numero elevato di stranieri che diventano italiani, 178 mila nel 2015. La popolazione straniera di genere e’ equilibrata, con un lieve vantaggio femminile (51,4%)”.
“All’1 gennaio 2016 i cittadini non comunitari con permesso di soggiorno in Italia sono quasi 4 milioni: un numero stabile rispetto al 2015, con dinamiche diverse per tipologia di permesso”. “La costante crescita di soggiornanti di lungo periodo – ha spiegato – e’ il risultato del processo di stabilizzazione della presenza di stranieri nel nostro Paese. Se le migrazioni per lavoro sono state prevalenti fino al 2010, nel 2011 il motivo d’ingresso piu’ diffuso e’ divenuto il ricongiungimento familiare”, ha concluso Alleva.
Allargando lo sguardo al futuro, Alleva ha spiegato che “ci sono scenari credibili di una grande domanda di mobilita’ da parte dei paesi del Nord Africa, dell’altra sponda del Mediterraneo: per il 2050-2065 le stime internazionali sono di un movimento di 40 milioni di persone”. Si tratta di “persone giovani e anche istruite, ci sono Paesi in cui cresce il tasso di istruzione, l’informazione sulle opportunita’ e i rischi che ci sono nel mondo, diminuiscono i costi di trasferimento, c’e’ quindi una domanda anche piu’ qualificata di spostarsi e costruire il futuro in altri territori”.
“Poi c’e’ il tema delle fughe dalla guerra che e’ ben piu’ complesso. Si tratta di fare scelte con questa consapevolezza, in modo che tutto questo possa presentare opportunità e non solo problemi. Noi nel Mediterraneo possiamo avere un ruolo. Noi non produciamo previsioni, ma questa dinamica, non emergenziale ma strutturale, del Pianeta ce l’abbiamo e quindi si tratta di pensare al futuro al di la’ del prossimo anno”.