I dati di una ricerca dell’Istituto di programmazione economica della Toscana FIRENZE, 29 settembre 2008 – Gli immigrati che sono in Italia da almeno 3 anni hanno maggiori probabilità di trovare lavoro e di non restare a ‘spasso’ rispetto a chi arriva oggi, ma anche loro sono a rischio disoccupazione.
E’ quanto emerge da una ricerca dell’Irpet, l’Istituto di programmazione economica della Toscana, presentato a Prato nell’ambito di una tavola rotonda su ‘Economia e immigrazione’.
In particolare sono le donne quelle più a rischio, se per le italiane la probabilità di restare disoccupate è del 10%, per le straniere la percentuale sale a oltre il 25%. La ricerca, presentata da Michele Beudò, conferma poi il crollo della manodopera autoctona nei settori economici meno ‘ambiti’ (edilizia, industria leggera, agricoltura) a vantaggio degli immigrati.
Ma c’é anche il rovescio della medaglia, rappresentato dall’impatto dell’immigrazione in altri settori, come ad esempio sulle rimesse o sul contributo al fisco che secondo i dati di un’altra ricerca presentata da Elena Cappellini, anche lei ricercatrice Irpet: solo nel 2006 i milioni di euro inviati da lavoratori immigrati ‘toscani’ ai propri paesi d’origine sono stati circa il 9% rispetto al totale nazionale, pari a circa 375 milioni di euro, 84 milioni sono partiti solo da Prato.