Roma, 8 gennaio 2019 – Dal primo gennaio 2019 è arrivata una nuova tassa sui trasferimenti di denaro attraverso il sistema di Money Transfer fuori dall’Europa. Come già spiegato sul nostro sito, è stato approvato un emendamento al decreto fiscale 2019 collegato alla Legge di Bilancio (art. 25-bis nel D.l. 119/2018), che prevede una tassazione pari all’1,5% da applicare sui singoli trasferimenti di denaro dall’Italia verso i paesi non appartenenti all’Unione europea. La polemica è scoppiata perchè la nuova tassa, proposta dalla Lega è ritenuta discriminatoria dalle opposizioni, in quanto questo metodo di trasferimento di denaro è usato dagli immigrati per rimandare i soldi a casa.
La nuova tassa
Oltre alla commissione applicata nel momento del trasferimento del denaro, dal 1° gennaio 2019 viene applicata anche un’imposta dell’1,5% su ogni singola operazione effettuata con il sistema Money Transfer verso i paesi non UE. L’importo minimo stabilito dalla norma in oggetto è di 10 euro. Saranno escluse dalla tassazione tutte le transazioni commerciali, poichè una transazione commerciale difficilmente viene regolata per questo mezzo di pagamento. Secondo le indicazioni del Governo, tale manovra finanziaria porterebbe circa 60 milioni di euro nelle casse statali.
Con la nuova tassa in vigore il costo di un trasferimento di denaro verso i paesi non appartenenti all’Unione Europea, potrebbe arrivare a più del 7% tra commissioni e la nuova tassa.