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Nuovi bonus per le famiglie, incognita sui requisiti per gli immigrati

Dagli 800 euro per le future mamme ai voucher per pagare asili nido e babysitter. Il “Piano formato famiglia” della legge di stabilità 2017. Basterà il permesso di soggiorno? 

Roma – 19 ottobre 2016 – “Misure innovative e, soprattutto, stabili per le famiglie, che potranno ora contare su risorse certe per oggi e per gli anni a venire”. 

Il ministro della famiglia Enrico Costa ha presentato così ieri il “Piano Formato Famiglia”, un nuovo pacchetto di contributi che verrà introdotto dalla legge di stabilità 2017. In ballo ci sono 600 milioni di euro nel 2017 e 700 milioni a partire dagli anni successivi, non è però ancora chiaro quanti immigrati potranno davvero beneficiarne.

Qui di seguito le anticipazioni fornite da Costa: 

Mamma domani: si tratta di un assegno di 800 euro per i nati dal primo gennaio 2017 che tutte le future mamme potranno richiedere già durante la gravidanza per le prime spese. Questa misura non è sostitutiva ma si aggiunge, per gli aventi diritto, al Bonus bebè.

Buono nido: voucher fino a mille euro l’anno per i primi tre anni del bambino per affrontare il costo della retta degli asili nido pubblici e privati.

Voucher Babysitter: è un contributo di 600 euro per sei mesi in alternativa al congedo parentale. Viene rifinanziato e rafforzato per due anni. Per le lavoratrici dipendenti lo stanziamento raddoppia (da 20 a 40 milioni di euro) e per le autonome passa da 2 a 10 milioni.

Fondo Credito Bebè: 60 milioni di euro complessivi nei prossimi tre anni per offrire garanzie alle banche che forniscono piccoli prestiti alle famiglie per le spese legate all’arrivo di un bebè”.

Il testo del disegno di legge di stabilità 2017 verrà trasmesso nei prossimi giorni al Parlamento e  permetterà di conoscere nel dettaglio queste misure, insieme ai requisiti per accedervi. Per gli immigrati comunitari (romeni, polacchi ecc.) saranno necessariamente identici a quelli previsti per gli italiani, ma per gli extracomunitari il governo potrebbe aver introdotto paletti aggiuntivi. 

Anche stavolta, come per il bonus bebè, servira la carta di soggiorno (permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo)? O basterà un semplice permesso valido per lavorare, ad esempio per motivi di lavoro subordinato o familiari? Quest’ultima soluzione sarebbe finalmente in linea con la normativa europea, allargherebbe sensibilmente la platea dei beneficiari ed eviterebbe azioni legali contro i nuovi bonus. 

EP

 

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