“Serve dialogo a tre livelli: personale, con i responsabili religiose e governativo”
Rimini, 25 agosto 2016 – Complici anche i mezzi di comunicazione, l’attenzione sulla questione islamica “sta esasperando” il tema dell’immigrazione e in particolare il dialogo con l’islam che deve essere di “profondo chiarimento” e portato avanti su diversi livelli: quello con la gente comune, quello politico e quello religioso.
Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervenendo al dibattito “Non sono numeri, sono persone” promosso al Meeting di Cl. Prodi, in un passaggio del suo intervento, ha osservato che durante gli incontri nelle scuole medie italiane a cui ha partecipato, i ragazzi fossero convinti che tutti gli stranieri nel nostro Paese provenissero della Libia. E che ben pochi sappiano che il grande flusso e’ prima di tutto rumeno (cristiano e ortodosso), poi dalla Cina, Filippine, Sud America, poi Marocco (musulmano), Egitto, Albania. Questo comporta un primo “blocco” nell’affrontare la questione dell’integrazione. “Ci sono delle deviazioni date da interessi: non possiamo negare che un certo tipo di radicalismo e’ finanziato, non ufficialmente dagli Stati, ma dalle fondazioni che in qualche modo sono legate, quasi ufficialmente a questi Stati. Quindi – ha spiegato – c’e’ anche un bisogno di chiarezza politica”.
“Evidentemente tutti questi episodi di terrorismo soprattutto nella prima fase – ha aggiunto il professore – sono stati certamente gestiti da aiuti e finanziamenti semi ufficiali di determinati Paesi. Quindi il dialogo a tre livelli: livello personale, livello dei responsabili delle fedi religiose, livello governativo in cui i principi vengono tradotti in una azione seria, leale e aperta”.