Il testo approvato da governo e parti sociali prospetta nuovi accordi bilaterali e interventi normativi. Da oggi a mercoledì il referendum
ROMA – Anche gli stranieri in Italia sono chiamati al voto sul “protocollo su previdenza lavoro e competitività” siglato da governo e parti sociali, i cui effetti (innalzamento dell’età pensionabile, tetto per i contratti a tempo determinato, allungamento dell’indennità di disoccupazione ecc.) riguarda infatti tutti i lavoratori, indipendentemente dalla nazionalità.
Il referendum è partito stamattina in circa trentamila seggi tra luoghi di lavoro, patronati, comuni e circoscrizioni e si chiuderà mercoledì pomeriggio. Un motivo in più per partecipare potrebbe essere il paragrafo dedicato dall’intesa agli “interventi previdenziali per i lavoratori immigrati extracomunitari”, poche righe che riguardano specialmente chi è in Italia solo di passaggio.
"Il Governo – si legge nel documento – si impegna a verificare la possibilità di intervenire, nel rispetto delle compatibilità finanziarie, sul regime pensionistico-previdenziale dei lavoratori immigrati extracomunitari, in primo luogo attraverso l’ampliamento del ricorso a specifici regimi convenzionali con i paesi di provenienza, e in subordine sul piano normativo".
Le convenzioni bilaterali vengono in aiuto di chi ha lavorato in più Paesi ma in nessuno di questi ha maturato i requisiti per la pensione, prevedendo la possibilità di sommare i vari periodi di contribuzione collezionati in giro per il mondo. Se però non ci sono convenzioni, i contributi versati non vanno perduti.
Prima delle modifiche introdotte dalla Bossi-Fini, il lavoratore poteva riscattare i contributi versati in Italia appena tornava nel suo Paese, qualunque fosse la sua età. Oggi invece il Testo Unico prevede che, in caso di rimpatrio, il lavoratore straniero conservi i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati in Italia, ma possa goderne solo dopo i 65 anni. L’impegno contenuto nel protocollo potrebbe cambiare questa situazione.
(8 ottobre 2007)
EP