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“Vi prego, non partite, si muore…” La lettera della bambina salvata in mare

Sanneh, 11 anni, ha perso tutta la sua famiglia nel naufragio di un barcone. L’appello alle "altre persone che stanno per venire in Italia"

 
Reggio Calabria – 29 aprile 2015 – “Vi prego, fratelli e sorelle, basta arrivare in questo modo” scrive la bambina, che chiameremo Sanneh.
 
Ha undici anni e oggi è al sicuro in una casa di accoglienza a Reggio Calabria, ma porterà per sempre dietro il dolore e il ricordo del naufragio che ha distrutto la sua famiglia. La madre, il padre, la sorella e il fratello sono annegati  due settimane fa nel Mediterraneo insieme ad altre 400 persone, mentre lei e altri 143 compagni di viaggio venivano tratti in salvo dalla Marina Italiana.
 
Agli operatori della Comunità Papa Giovanni XXIII, che si stanno prendendo cura di lei, ha raccontato quel viaggio iniziato in un villaggio del Gambia e il suo tragico epilogo. Per lei e la sorella maggiore, il padre aveva comprato dagli scafisti un posto “privilegiato”, sul ponte del barcone e non nella stiva che è diventata una trappola. Solo una delle due, però, si è salvata. 
 
Sanneh, racconta il Corriere della Sera, nei giorni scorsi ha scritto una lettera a quanti pensano di fare il suo stesso viaggio. E li ha implorati di non partire. 
 
“Ho attraversato il mare – racconta la bambina – per venire in Italia, molte persone sono morte, i miei migliori amici, mia sorella e mio fratello sono morti fra le onde per venire in Italia… per favore, lo dico alle altre persone che stanno per venire in questo posto chiamato Italia… il mare è molto molto pericoloso”. 
 
“Vi prego, fratelli e sorelle, basta arrivare in questo modo. Vi prego, vi prego, vi prego… basta… – è l’appello di Sanneh – vi dico questo perché so cosa ho visto”.
 
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