Venticinquemila in più nel 2010, secondo il Rapporto presentato oggi dalla Regione. L’assessore Stival: “Facciamo corsi di dialetto e aiutiamo chi vuole tornarsene a casa”
Roma – 27 luglio 2011 – Alla fine del 2010 gli stranieri presenti in Veneto erano circa 600.000, 25.000 in più rispetto all’anno precedente. Di questi, circa 500.000 risultavano residenti, ed altri 100.000 presenti regolarmente ma non residenti (come i lavoratori stagionali) oppure irregolari (ad esempio perché con il permesso di soggiorno scaduto).
Il dato è emerso oggi a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, dove è stato presentato il Rapporto 2011 sull’Immigrazione Straniera in Veneto.
Sul fronte del lavoro gli occupati stranieri sono circa 230.000 (l’11% del totale), mentre i disoccupati coinvolti dalla crisi economica sono circa 30.000, pari a circa il 20% del totale. I giovani stranieri iscritti alle scuole venete sono circa 83.000 (il 10% del totale degli studenti). Le province venete che fanno più attrazione si confermano Verona, Treviso e Vicenza, mentre le provenienze più numerose sono quelle da Romania (97.000), Marocco (56.700), Albania (42.000), Moldova (29.000) e Cina (27.000).
Il rapporto è stato illustrato dall’assessore regionale ai flussi migratori Daniele Stival e dal dirigente di Veneto Lavoro e responsabile dell’Osservatorio Regionale Immigrazione Bruno Anastasia. “Un lavoro tecnicamente ineccepibile ed approfondito – ha esordito Stival – che è stato molto utile nel definire le azioni del Piano annuale per l’immigrazione che proprio ieri abbiamo approvato in Giunta.
“I dati emersi e le strategie che ne conseguono dimostrano quanto ho sempre sostenuto: l’immigrato regolare, che ha un serio progetto di vita nella nostra terra, è una risorsa alla quale rivolgere attenzione ed appoggio. Diverso è il discorso per chi si trova in clandestinità, che non possiamo in alcun modo tollerare” ha sottolineato l’assessore regionale ai flussi migratori Daniele Stival.
“In stretta collaborazione con gli Enti Locali e le Associazioni – ha spiegato Stival – abbiamo individuato i fronti sui quali è più importante concentrare le nostre azioni, e cioè la disoccupazione e l’integrazione scolastica. Punteremo quindi sulla formazione professionale e su forme di accompagnamento dei ragazzi nel “doposcuola”: molte sono infatti le segnalazioni, fatteci anche dall’Anci, sulla necessità di un sostegno per i molti che, dopo le ore scolastiche, tenderebbero a non ricercare altre forme d’integrazione”.
Secondo l’assessore, negli interventi di formazione bisognerebbe dare spazio anche allo studio del dialetto veneto. “È la lingua che si parla di più nei cantieri dove molti sono i lavoratori stranieri, e nelle famiglie, dove frequente è la presenza di badanti o collaboratrici domestiche soprattutto dell’est europeo – ha spiegato – ed è giusto e molto utile anche per la sicurezza che questi lavoratori la possano conoscere”.
Altro punto su cui si concentrerà l’amministrazione sono i rientri volontari. “È in aumento la richiesta di rientro di famigliari che il lavoratore fatica a mantenere qui, perché coinvolto nella crisi. Ma risposte – ha aggiunto Stival – vanno date anche a chi, imparati un mestiere o un’attività, decide di metterle a frutto nel proprio Paese d’origine. Non si tratta di pagare semplicemente un biglietto, ma di mettere in moto veri e propri progetti, in collaborazione con le autorità dei Paesi d’origine”.