Ne hanno mandati solo 291, ne servivano 775. E lavoreranno per un quarto delle ore necessarie. Il direttore Leggeri ricorda: “Siamo di fronte a una crisi..”
Roma – 22 ottobre 2015 – I governi dell’Ue promettono ma non mantengono. A parole sono pronti ad aiutare gli Stati in prima linea, come l’Italia, nell’emergenza profughi, ma quando si tratta di passare ai fatti si mostrano decisamente meno generosi.
L’ultimo esempio di questo atteggiamento sono i 291 agenti di frontiera che 19 stati Ue hanno appena “concesso” a Frontex, l’agenzia delle frontiere Ue, perché vengano impiegati immediatamente in Grecia e Italia. Dovranno lavorare nei cosiddetti hotspots, dove vengono concentrati i profughi appena sbarcati, per aiutare a identificarli e a dividerli dai migranti economici irregolari, destinati al rimpatrio.
Sembrano tanti? In realtà Frontex ne aveva chiesti 775. “Stiamo affrontando una crisi di migranti e rifugiati – ha spiegato il direttore Fabrice Leggeri – Apprezzo la risposta degli Stati membri, ma spero che possiamo avvicinarci di più al nostro obiettivo. Per questo spero che continuino a mandare il loro contributo anche oltre la scadenza che ci eravamo dati”.
In termini di ore lavoro garantite dai nuovi agenti, la risposta degli Stati membri copre appena un quarto della richiesta di Frontex. Intanto, l’agenzia stima che nei primi nove mesi del 2015 abbiamo oltrepassato i confini esterni dell’Ue 710 mila persone. Nello stesso periodo dello scorso anno erano state 282 mila.