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Tassa sul permesso. Per la Questura di Milano è un “contributo di solidarietà”

Il curioso cartello affisso all’Ufficio Immigrazione. Che però conferma: si paga di nuovo, anche per ritirare i permessi già pronti

  +++AGGIORNAMENTO+++

Nuovo stop alla tassa sul permesso di soggiorno, respinto il ricorso del governo

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Milano – 22 settembre 2016 – Non si sfugge. Chi chiede oggi il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno deve pagare il contributo da 80 a 200 euro, chi l’ha chiesto negli scorsi mesi non lo avrà se non ha fatto il versamento. 

Sono gli effetti del decreto del Consiglio di Stato che ha sospeso, almeno fino al 13 ottobre prossimo, l’annullamento della tassa sui permessi deciso lo scorso maggio dal Tar. 

Lo conferma anche il cartello tradotto in più lingue, segnalatoci da una lettrice, affisso nei giorni scorsi all’ufficio immigrazione della Questura di Milano, in via Montebello. Riporta le tariffe  (80 euro per permessi di durata fino a un anno, 100 euro per quelli fino a 2 anni, 200 euro per il permesso Ue per lungosoggiornanti, la cosiddetta carta di soggiorno) e l’avviso che anche per ritirare i permessi già pronti bisognerà fare il versamento. 

A saltare all’occhio è però come la Questura ha ribattezzato la tassa sui permessi di soggiorno:  “Contributo di solidarietà”, come se agli immigrati costretti di nuovo a pagare si chiedesse una buona azione. Per chi? Evidentemente per le casse dello Stato, che senza i loro soldi (quasi mezzo miliardo di euro dal 2012 a oggi) non saprebbero proprio come fare.

EP

 

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