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Vietti: “reato di clandestinità inutile e dannoso”

 

Il vice presidente del Csm favorevole alla depenalizzazione dei reati minori e ribadisce “introdurre il reato di immigrazione clandestina non è servito ad accelerare le espulsioni”

 

 

Roma – 25 agosto 2011-  “Una moratoria generale sulla introduzione di nuovi reati e depenalizzare quelli minori”. E’ quanto propone il vicepresidente del Csm, Michele Vietti che, intervenendo al Meeting di Rimini, osserva: “Abbiamo un sistema sanzionatorio penale molto farraginoso e pesante, che finisce per intasare completamente il sistema processuale”.

Per Vietti, la soluzione migliore sarebbe quella di non introdurre nuovi reati per un arco di tempo limitato.  “Ho sentito che il ministro Palma parla della depenalizzazione dei reati minori. Mi auguro che si vada in questa direzione, che nel recente passato si è fatto sempre il contrario”, prosegue il vice presidente del Csm, che a tal proposito cita il caso del reato dell’ immigrazione clandestina.

”Spesso – rileva Vietti  – si pensa che i problemi si risolvono introducendo un nuovo reato. Ma, in un sistema ad azione penale obbligatoria come il nostro, più reati si introducono, più scattano i procedimenti e più il meccanismo si intasa.“

Per altro, il vice presidente della Consiglio Superiore della Magistratura, considera che l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina “non è servito, come era nelle intenzioni, a favorire la celerità delle espulsioni. Immettere l’immigrato nel sistema giudiziario finisce solo con il rallentare i tempi di giudizio in merito”.

Vietti  si è poi detto “favorevole a che il Parlamento affronti in una sezione ‘ad hoc’ il tema carceri, che è quanto mai urgente e drammatico”. Quello delle carceri resta infatti una nota dolente anche nella questione immigrazione. Negli istituti penitenziari soggiornano attualmente circa 25mila stranieri che rappresentano il 30% della popolazione carceraria.

Il vicepresidente del Csm resta convinto che “il problema delle carceri non si risolve con interventi occasionali: ci vogliono interventi strutturali, tra cui credo vada posto anzitutto il tema del ricorso a misure alternative alla detenzione”.

M.I.

 

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