Roma, 17 febbraio 2017 – Beppe Fiorello con “I fantasmi di Portopalo”, in onda su Rai1 il 20 e 21 febbraio, porta in tv la tragedia avvenuta alla vigilia di Natale del 1996, in cui morirono 283 persone: fu il primo dei grandi naufragi di migranti nel Mediterraneo, venuto alla luce per l’onesta’ di un pescatore e alla perseveranza di un giornalista, Giovanni Maria Bellu (interpretato da Giuseppe Battiston), che scrisse un libro su questa storia.
Alla presentazione della miniserie diretta da Alessandro Angelini, Giuseppe Fiorello ha affermato: “Sono contro la gestione dell’immigrazione fatta di muri, e sono sicuro che qualcuno mi dira’ ‘portali a casa tua i migranti, che sei ricco’. La verita’ e’ che l’immigrazione va gestita meglio: se vengono lasciati buttati in una palestra, o a vagare, e’ ovvio che le mafie si nutrano di questi fantasmi, e diventino il loro braccio armato”. Fiorello, che da anni voleva portare sul piccolo schermo questa storia, ha puntato il dito contro la cattiva gestione del problema immigrazione: “Bisogna aver paura della politica che non sa gestire questo problema, non dei migranti. Sono lasciati allo sbando, ma un uomo deve essere libero di girare per il mondo e seguire il proprio sogno”.
Di quei morti in mare al largo di Portopalo per anni non si seppe nulla, fino a quando un pescatore non racconto’ a Bellu che sapeva dove era naufragata la loro nave. Oggi il protagonista, che figura anche come cosceneggiatore, ha affermato: “In questo racconto c’e’ il naufragio, la tragedia, la madre di tutti i naufragi, e anche un naufragio dell’anima. – ha detto – Si era diffusa l’idea di una certa omerta’ dei pescatori di Portopalo, ma la loro fu una reazione di paura: si trovarono a gestire una cosa grande senza trovare la collaborazione delle istituzioni, che oggi sono molto piu’ presenti nella gestione dei problemi dei migranti”. Alcuni elementi di fantasia sono stati inseriti nel racconto della fiction, ma, come ha spiegato Fiorello: “Nella storia non si salva nessuno, se non il senso civico dei personaggi – ha detto – E si sottolinea quanto e’ importante dire la verita’: siamo obbligati a farlo se vogliamo un mondo migliore”.