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Bonus bebè. Il governo pensa al raddoppio, ma tace sugli immigrati

Il ministro della Salute Lorenzin parla di un piano per aumentare l’assegno. E il requisito della carta di soggiorno già bocciato da un tribunale?

 

Roma – 16 maggio 2016 – Se agli annunci seguiranno i fatti, dal prossimo anno il bonus bebè diventerà molto più consistente. È ancora da vedere però, se la buona notizia riguarderà anche a tutti i genitori immigrati. 

Oggi il bonus è riservato alle famiglie con un Isee inferiore a 25 mila euro, che possono avere un assegno mensile da 80 euro per i tre anni successivi alla nascita o all’adozione di un bambino. L’importo raddoppia a 160 euro quando l’Isee non supera i 7 mila euro. 

Il bonus spetta ai genitori italiani, comunitari o extracomunitari. A questi ultimi, però, la legge richiede il permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo (la cosiddetta carta di soggiorno), un requisito in contrasto con la normativa europea e già bocciato dal tribunale di Bergamo: l’aiuto dovrebbe andare a tutti gli immigrati che hanno un permesso di soggiorno valido per lavorare. 

Ieri, in un’intervista a Repubblica, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato l’intenzione di raddoppiare il  bonus con la prossima legge di Stabilità, portando quindi l’assegno base a 160 euro e quello per i più poveri  a 320 euro. Ulteriori aumenti sarebbero previsti dal secondo figlio in poi, con gli assegni che toccherebbero, sempre a seconda dell’Isee, i 240 o i 400 euro mensili. 

Su Repubblica si parlava anche di un “piano B” allo studio del governo, ancora più generoso, ma in realtà fonti di Palazzo Chigi già frenano, spiegando all’Ansa che quella della quale parlava  Lorenzin “è solo una delle proposte in campo”. Sarebbe invece prioritario, “uno sguardo complessivo sugli strumenti di welfare”. 

Comunque stiano le cose, la questione immigrati rimane aperta. È passato un mese dalla sentenza del tribunale di Bergamo e il governo non ha fatto sapere se e come intende adeguarsi. Anche l’Inps, che eroga materialmente il bonus, tace. Mamme e papà senza carta di soggiorno dovranno ancora far valere i loro diritti in tribunale?

Elvio Pasca

 

 

 

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