"A casa anche i cittadini comunitari senza condizioni di vita adeguate" Roma, 20 settembre 2010 – ”Il buonismo produce il razzismo. Il buonismo irresponsabile, che chiude gli occhi e guarda dall’altra parte, che poi non da risposte e dice solo venite”.
Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, nel corse della rubrica in onda su Rtl, Brunetta della domenica, parla del ”buonismo che spacca in quattro il capello su respingimenti. ”Cosa succederebbe – chiede il ministro – se mettessimo un bel campo di rom ai Parioli o San Babila? O meglio se estraessimo a sorte la localizzazione campi rom?”. Perche’, chiede ancora il ministro, i campi nomadi vengono sempre messi nelle ”aree piu’ fragili e difficili, creando una guerra tra poveri”.
”Se l’intellettualista buonista volesse essere messo alla prova mettiamo i campi rom vicino alla sensibilita’ buonista”, prosegue Brunetta. Che sottolinea la sua ”grande stima per l’azione sociale della chiesa. Pero’ lo Stato e’ lo Stato e deve far rispettare le regole, per gli extracomunitari ma anche per i cittadini comunitari. Quando non hanno le condizioni di vita, di sopravvivenza, puo’ essere tranquillamente invitato a tornarsene a casa”.
”La nostra civilta’ – sottolinea Brunetta – e’ quella di mandare i bambini a scuola, di riconoscere la dignita’ alle donne, che vieta l’accattonaggio, che impone certe regole di vita sociale e civile, che ti chiede un reddito, di pagare le tasse e ricevere dei servizi. Questa e’ la nostra civilta’. Chi non ha, o e’ in contrasto con queste leggi, non e’ compatibile. Non e’ un problema culturale ma di organizzazione sociale”.