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Calderoli: espulsione per i clandestini che delinquono

Il ministro propone l’abolizione del carcere per i clandestini che delinquono purché siano puniti subito con multa ed espulsione ROMA, 9 giugno 2008 – Non dispiace ai giudici di pace l’ipotesi avanzata dal ministro della semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, sull’abolizione del carcere – nel ddl ‘sicurezza’ – per i clandestini che delinquono purché siano puniti subito con multa ed espulsione.

Ad occuparsi delle espulsioni sarebbero non più i tribunali penali, ma proprio i giudici di pace che, tramite il presidente della loro associazione, Francesco Cersosimo, hanno detto di potersi "fare carico del problema".

Consensi anche da Alleanza Nazionale: "in questo modo – rilevano fonti del partito di Gianfranco Fini – si superano le obiezioni tecniche avanzate dal premier". "Il suggerimento di Calderoli – fanno sapere da An – potrebbe essere una utile via d’uscita per superare l’obiezione di Silvio Berlusconi che non vuole ingolfare le carceri e appesantire il lavoro dei tribunali. Inoltre permette di rispettare la direttiva Ue sull’immigrazione di due giorni fa, che stabilisce che, se non commette reato, chi è clandestino non si può espellere".

E appunto, in base all’ipotesi Calderoli, "la clandestinità, come avviene in nove paesi comunitari su 27, continuerebbe ad essere considerata un reato, come previsto dal ddl, e dunque – sottolineano le stesse fonti – sarebbe possibile eseguire le espulsioni, mentre in assenza di reato non si può mandare via nessuno".

Mantenendo fermo il punto sull’introduzione del reato – inoltre – "Alleanza Nazionale vedrebbe confermata quella che è una sua richiesta forte". Di qui un ulteriore motivo di convergenza AN-Lega che tiene anche conto del fatto che "già da ora, in ogni Cpt, c’é il giudice di pace e quindi l’organizzazione per le espulsioni é già in piedi: non ha senso spostarla nei tribunali". "E’ un lavoro che stiamo già svolgendo – ha infatti detto Cersosimo – perché il controllo delle espulsioni ci è già assegnato dalla legge sull’immigrazione". "Non sono però da sottovalutare le difficoltà operative in cui potremo trovarci – ha aggiunto, battendo cassa – perché il nostro diventerebbe un impegno a tempo pieno. Chiediamo più soldi e la previdenza".

In particolare Calderoli ha spiegato di "ritenere che il reato debba esserci e che la condanna possa essere una pena pecuniaria con la pena accessoria dell’immediata espulsione, allineandoci in questo modo alla politica sul controllo dell’immigrazione attuata a livello europeo". "Utilmente – aveva aggiunto – potrebbero operare per questa tipologia i giudici di pace, estendendo la sfera di competenza penale attuale relativa ai reati cosiddetti ‘bagatellari’, anche al reato di immigrazione clandestina, questo porterebbe ad evitare un ingolfamento dei tribunali penali, non ci sarebbe nessuna carcerazione di massa ma si otterrebbe il raggiungimento dell’obiettivo dell’espulsione per direttissima, come auspicato dalla stragrande maggioranza dei nostri cittadini".

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