(ANSA) – CASTELVOLTURNO (CASERTA), 19 SET – Il giorno dopo, a Castelvolturno (Caserta), si contano i morti ammazzati e, soprattutto, si tocca con mano la rabbia di amici e parenti, che a tutti dicono: "noi con la camorra non c’entriamo niente, lavoriamo dalla mattina alla sera". Lungo la statale Domiziana, ci sono ancora vetri rotti, e macchie di sangue davanti al negozio ‘Ob Ob exotic Fashions’ dove ieri sera c’é stato l’agguato. Qui davanti c’é anche lo zio di una delle vittime. Steven, ghanese, fa il giardiniere e dice che suo nipote Giulios, 32 anni, una delle vittime "era un bravo ragazzo. Non ha mai fatto nulla di male, non è un criminale". Steven mostra le sue mani per dimostrare che "noi qui ci ammazziamo di fatica, non siamo certo dei camorristi". Ripete la stessa storia anche Cristopher, 28 anni. Lui conosceva Alaji, 28 anni, un’altra delle vittime. "Lavorava nel negozio di sartoria, era alla macchina da cucire quando è stato ammazzato – racconta Cristopher – la camorra? Forse cercava qualcun altro ma di certo nessuno dei nostri amici". "La sera giochiamo a calcetto, scherziamo con gli amici – dice Michael, ghanese – e poi lavoro, tanto lavoro, non siamo criminali solo semplici ragazzi.
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CAMORRA: AMICI IMMIGRATI UCCISI, NON ERANO CRIMINALI
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