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Castel Volturno. Gli immigrati: “Siamo vittime, non delinquenti”

Ieri, in 700 al meeting per ricordare le vittime, dire no al razzismo e raccontare una quotidianità fatta di discriminazione

Castel Volturno – 22 settembre 2008 – "Non facciamo affari con la camorra. Anzi, siamo sfruttati e nessuno ci difende". Erano in tanti ieri a Castel Voltuno (Caserta), a dire no alla ‘criminalizzazione’ nei loro confronti e al razzismo. Alla conferenza stampa convocata erano circa settemila persone, quasi tutti di origini africane. Tra loro anche alcuni parenti e amici delle vittime, i sei immigrati massacrati lo scorso giovedì 18 nell’agguato in stile camorristico avvenuto nel casertano.

Sono stati uccisi a colpi di pistola e mitraglietta. Tre di loro si trovavano all’interno di una sartoria, gli altri 3 all’esterno quando sono arrivati i killer a bordo di un’auto. Secondo gli investigatori, autore del massacro sarebbe stato il clan dei Casalesi, forse per un regolamento di conti nel fiorente affare dello spaccio della droga. Ma in molti sostengono che le vittime non erano coinvolte in affari loschi. Le indagini stanno proseguendo.

Il meeting di ieri è stato organizzato non solo per ricordare gli africani uccisi, ma anche per chiedere "verità e giustizia" e per raccontare la realtà quotidiana di migliaia di immigrati che vivono a Castel Volturno e sul litorale domizio. Una realtà spesso fatta di discriminazioni quotidiane: pullman che, a volte, non si fermano se in attesa ci sono solo africani; sveglie alle 5 del mattino per andare sulle rotonde ad attendere i caporali, lavoro duro e sfruttamento, non solo nei campi, ma anche nelle ditte edili. A tutto ciò fanno da cornice l’indifferenza, che a volte si trasforma in violenza, della gente del luogo.

Con l’occasione gli extracomunitari hanno mostrato ai giornalisti le case in cui sono costretti a vivere: anche dieci in tre stanze per un costo di 500 euro al mese completamente inospitali e prive di qualsiasi elemento di decenza.

Hanno anche chiesto più diritti di cittadinanza, a partire dal permesso di soggiorno. Hanno bollato l’attuale normativa sull’immigrazione, facendo una richiesta: che i 400 uomini in più delle forze dell’ordine che saranno mandati nel Casertano aiutino non solo a scoprire "mandanti e autori" della strage di giovedì e a sconfiggere la camorra, ma anche a favorire l’integrazione con gli italiani senza ridurre il provvedimento in una "caccia al clandestino".

"Vogliamo che siano le indagini a individuare il motivo per cui i nostri connazionali sono stati uccisi – dicono – non spetta a noi farlo. Noi sappiamo soltanto che loro avevano, come noi, i calli alle mani e che tutti i giorni erano in strada per lavorare".

Intanto, le associazioni del territorio che difendono gli immigrati hanno annunciato tre giorni di manifestazioni, a Caserta, i prossimi 4, 5 e 6 ottobre "contro il razzismo, per i diritti di cittadinanza, contro la prevaricazione della camorra e di tutti quelli che sfruttano la condizione di subalternità giuridica e sociale in cui vivono gli immigrati".

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a.i.

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