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Cehan (Gazeta Romaneasca): “Parole di Di Maio spaventose, romeni presi di mira”

Intervista a Sorin Cehan, direttore di Gazeta Romaneasca, sulle affermazioni del vicepresidente del Senato riguardanti i romeni in Italia

“L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue”. Come giudica le parole del vicepresidente del Senato?
“Spaventose. Fossero chiacchere al bar, si potrebbero anche capire. Dette da uno che mira a diventare premier, svelano un modo molto pericoloso che mira a generalizzare. E’ un nuovo episodio per criminalizzare un intero popolo, in un momento di crisi, quando si cerca un capro espiatorio. Il vicepresidente del Senato italiano, la terza carica dello Stato, senza fare distinzioni, afferma che L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Sinonimo dell’affermazione che 40% dei romeni presenti in Italia sono criminali. Infelice batutta, con sapore di razzismo. Luigi Di Maio ha preso di mira i romeni, la giustizia italiana, L’Unione Europea, prefigurando le sue intenzioni e del suo movimento: limiti all’immigrazione europea, lo stravolgimento della giustizia, cambiare il rapporto con l’Unione Europea”.

Di Maio ha successivamente affermato che il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia. Qual’è la sua opinione in merito?
“Parla di una statistica obsoleta del 2009, in verità mai pubblicata, si tratta soltanto di una dichiarazione fatta dal ministro romeno della Giustizia di allora, Catalin Predoiu, che parlava dei mandati europei di arresto emessi dalla Romania, di cui 40% dei destinatari si sarebbero rifugiati in Italia. Questa dichiarazione senza alcuna conferma, ritorna come un boomerang, sempre contro la comunità romena. La stessa statistica, del 2013, quando “Il Giornale” di Berlusconi titolava: «A noi i criminali, a loro le imprese», con tante di quelle illazioni a cui siamo oramai abituati. Il fatto che le suddette affermazioni sono state riprese dalle parole del Procuratore aggiunto di Messina, che a sua volta cita l’infelice ministro romeno, non cambia l’essenza: non è una statistica confermata. Pesando la logica della dichiarazione di Di Maio, se tali criminali sono ricercati dalla Romania, significa che sono stati processati dalla giustizia romena, quindi non avrebbe senso venire in Italia per cercare una Giustizia più mite. E se la giustizia italiana è cosi attraente per i criminali stranieri, perché non vengono anche i criminali di altri paesi? Come mai solo quelli romeni, per questo “spread” tra le leggi romeni e italiani? Forse perché il popolo romeno è un popolo di criminali, sarebbe la risposta nella logica di Di Maio.

Si parla tanto della giustizia in Romania come un modello da seguire…
“Il mito della Giusta e Dura Giustizia romena… e allora perchè la Romania è invece in rovina? Il Paese è devastato dalla corruzione generalizzata, ci sono vere associazioni a delinquere costituite da politici e imprenditori finalizzate al controllo di ogni città e i relativi affari loschi, la gente scappa all’estero a milioni, non casualmente i romeni sono al secondo posto in Europa per crescita dell’emigrazione, dopo i siriani. In Siria c’e la guerra! In un Paese ridotto così, parlare di giustizia modello per l’Italia è, alquanto, eccesivo. Ci sono, come in ogni nazione, anche quelli che delinquono”.

Infine, una “rassicurazione” per Di Maio?
“Di Maio può stare tranquillo, non vengono tutti in Italia. In una statistica recentemente pubblicata dal Ministero romeno degli Esteri, per la prima volta, il numero più alto di romeni arrestati in un mese è stato registrato non in Italia, ma nel Regno Unito: quasi il doppio. Nel dicembre 2016, in Gran Bretagna sono stati arrestati 316 romeni, mentre in Italia 132. Mi chiedo: questi criminali avranno letto tutti i Codici Penali di Sua Maestà, e avrebbero pertanto capito che conviene ancora di più delinquere a Londra piuttosto che a Roma?”

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