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Centri in Albania e cittadinanza: nuove misure approvate dal Consiglio dei Ministri

Roma, 28 marzo 2025 – Il Consiglio dei ministri ha approvato una serie di provvedimenti che riguardano l’immigrazione e la cittadinanza, come annunciato da diverse fonti di stampa. Le misure includono disposizioni relative ai centri per migranti in Albania e una stretta sulle norme per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte di discendenti nati all’estero da cittadini italiani.

Rilancio dell’operazione Albania

Un decreto legge mira a rilanciare l’operazione Albania, precedentemente ostacolata da ripetuti interventi della magistratura riguardo alla convalida dei trattenimenti nei centri di Shengjin e Gjader. Il decreto, composto da un solo articolo oltre a quello sull’entrata in vigore, non modifica il protocollo tra Roma e Tirana, ma interviene sulla legge di recepimento. L’obiettivo principale è chiarire che la struttura di Gjader potrà ospitare non solo le persone soccorse in acque internazionali da navi militari italiane, come previsto dalla legge 14/2024, ma anche i migranti presenti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) in Italia, ovvero coloro destinati all’espulsione e trattenuti. Questa modifica permetterà di non dover cambiare la destinazione d’uso dei centri, dato che un Cpr da 144 posti è già previsto nell’accordo tra Giorgia Meloni ed Edi Rama ed è in fase di realizzazione. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha assicurato che non saranno necessarie risorse aggiuntive.

Per facilitare un immediato avvio dei trasferimenti verso l’Albania e per rispondere ai dubbi di legittimità sollevati dalla magistratura, il Governo ha anche confermato per il 2025 l’elenco dei Paesi sicuri, già aggiornato nel 2024. L’elenco include Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

Stretta sulla cittadinanza degli italodiscendenti

Un altro importante intervento riguarda la cittadinanza, con provvedimenti suddivisi tra un decreto legge e un disegno di legge, oltre a un ulteriore disegno di legge sui servizi per cittadini e imprese. Il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che sarà mantenuto il principio dello “ius sanguinis“, basato sulla discendenza da cittadini italiani. Tuttavia, per ottenere la cittadinanza, i figli nati all’estero da cittadini italiani dovranno dimostrare un vincolo effettivo con l’Italia.

Secondo una nota della Farnesina, l’obiettivo di queste misure è “valorizzare il legame effettivo tra l’Italia e il cittadino all’estero“. Tajani ha sottolineato la volontà di porre fine ad “abusi o fenomeni di ‘commercializzazione’ dei passaporti italiani“, ribadendo che “la cittadinanza deve essere una cosa seria”. La decisione di intervenire è stata motivata dai dati che evidenziano un forte incremento dei riconoscimenti della cittadinanza nei Paesi con maggiore emigrazione italiana: i cittadini italiani residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni alla fine del 2014 a 6,4 milioni alla fine del 2024, con un aumento del 40% in 10 anni. Inoltre, si contano oltre 60mila procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza.

Nuove regole e fasi per l’acquisizione della cittadinanza

Per arginare quella che gli Esteri definiscono una “valanga” che grava sui servizi consolari, comunali e giudiziari italiani, il Governo ha previsto un percorso in due fasi.

  • Decreto Legge (entrato in vigore): Stabilisce che gli italodiscendenti nati all’estero saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni. Sarà quindi cittadino dalla nascita solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia. Queste nuove regole sono entrate in vigore dalla mezzanotte del giorno precedente all’annuncio.
  • Disegno di Legge: Introdurrà ulteriori e più approfondite modifiche sostanziali alla legge sulla cittadinanza. Tra le principali novità, si imporrà ai cittadini nati e residenti all’estero l’obbligo di mantenere nel tempo legami reali con l’Italia, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni.
  • Secondo Disegno di Legge: Riguarda la revisione delle procedure per il riconoscimento della cittadinanza. I residenti all’estero non dovranno più rivolgersi ai consolati, ma a un ufficio speciale centralizzato presso la Farnesina. È previsto un periodo transitorio di circa un anno per l’organizzazione di questo ufficio. L’obiettivo è rendere più efficienti le procedure, con evidenti economie di scala, permettendo ai consolati di concentrarsi sull’erogazione di servizi ai cittadini già riconosciuti e non più sulla “creazione” di nuovi cittadini. Il provvedimento include anche altre misure per migliorare e modernizzare l’erogazione di servizi consolari, come legalizzazioni, anagrafe, passaporti e carte d’identità valide per l’espatrio.

Questi provvedimenti rappresentano un significativo intervento del Governo italiano in materia di immigrazione e cittadinanza, con l’obiettivo – secondo la Maggioranza – di gestire i flussi migratori e di ridefinire le modalità di acquisizione della cittadinanza per gli italodiscendenti all’estero.

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