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Che cos’è Unia, l’associazione che tutela gli apolidi in Italia

Roma, 8 novembre 2022 – Che cosa significa non avere alcuna cittadinanza? Cosa si prova a non avere diritti? A essere, per così dire, invisibili? Solamente in Italia, ci sono migliaia di persone in questa situazione. Ed è proprio con lo scopo di migliorare le loro condizioni di vita che nasce Unia, l’Unione Italiana Apolidi, ovvero la prima organizzazione di “apolidi per apolidi”.

Che cos’è Unia, l’Unione Italiana Apolidi

Si stima che in Italia siano circa 3000 le persone che vivono senza avere la cittadinanza di nessuno Stato. Principalmente si tratta di uomini e donne dell’ex Unione Sovietica e dell’ex Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, che in seguito alla dissoluzione si sono trovati a essere semplicemente cittadini del mondo, e non di un Paese preciso. Proprio per questo motivo, grazie alla volontà di quattro giovani che hanno sperimentato in prima persona cosa significhi vivere in quella condizione, nasce Unia. Supportata dal programma PartecipAzione di Unhcr, in collaborazione con Intersos, l’Unione Italiana Apolidi punta a facilitare la partecipazione di rifugiati e apolidi nella vita sociale e civile del nostro Paese.

Nasciamo per colmare un vuoto: normativo, di rappresentanza, di conoscenza e soprattutto di diritti. L’ambizione è quella di diventare il punto di riferimento nel dialogo con le istituzioni” ha spiegato il presidente di Unia Armando Augello Cupi durante la conferenza ospitata dall’Associazione della Stampa Estera a Roma. L’assenza di un’identità digitale, infatti, spesso si traduce in un accesso limitato a diritti fondamentali come l’istruzione. O le cure medice, le misure di protezione sociale. Poi ancora non avere i documenti comporta difficoltà a ottenere, per esempio, un conto in baca, la patente, o anche solo una casa. E questo sebbene l’Italia oggi risulti essere all’avanguardia nella tutela delle persone apolidi, grazie alla ratifica delle convenzioni internazionali sull’apolidia.

Tra l’altro, è anche uno dei pochi paesi al mondo ad aver predisposto una procedura per la determinazione dello status di apolide. Nonostante questo, però, rimangono ancora una serie di miglioramenti da mettere in atto.

L’associazione, infatti, mira a promuovere informazioni chiare ad affidabili per informare sia le persone apolidi dei propri diritti sia gli uffici pubblici interessati. Riformare le procedure di determinazione dell’apolidia in modo da renderle maggiormente accessibili ed efficienti. Ma anche facilitare in maniera efficace l’ottenimento della cittadinanza italiana per le persone apolidi. E questo, per esempio, potrebbe avvenire attraverso la riduzione dei tempi della procedura e l’esenzione dal test di lingua, uniti a un’applicazione flessibile del requisito relativo al reddito.

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