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Chiamparino: “Perchè un condannato decide, ma gli immigrati non votano?”

"Da Berlusconi dipendono le sorti della Repubblica, chi lavora e paga le tasse non può scegliere il proprio sindaco". "Col diritto di voto alle amministrative crescerebbe anche la sicurezza"

Torino –  18 febbraio 2014 – ''E' difficile capire un paese dove una persona condannata in via definitiva partecipa e decide le sorti della Repubblica mentre un immigrato che lavora e paga le tasse non puo' votare per il proprio sindaco e per il proprio futuro''.

È la provocazione lanciata ieri a Torino da Sergio Chiamparino, ex sindaco della città e probabile candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali del Piemonte,  durante la presentazione del libro di Cecile Kyenge ''Ho sognato una strada''.

Il diritto di voto per gli immigrati alle elezioni amministrative, ha insistito Chiamparino, “non solo non è scandaloso, ma è utile, anche dal punto di vista della sicurezza. Perché una comunità che si sente riconosciuta anche dal punto di vista della rappresentanza, si impegna di più per fare rispettare leggi e regolamenti”.

“Non dico concedere il voto agli immigrati appena arrivano in Italia – ha precisato l'ex sindaco di Torino – ma è giusto dare piena rappresentanza a chi è in regola, lavora e paga le tasse: è un principio fondamentale per il rispetto dei diritti”.

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