in

Cittadinanza. A fine mese alla Camera la riforma per le seconde generazioni

Il Partito democratico fa calendarizzare  un disegno di legge sullo ius soli temperato. Franceschini: “Così tutti i partiti dovranno uscire allo scoperto”

 

Roma – 1 giugno 2012 – La Camera dei Deputati tornerà a discutere nelle prossime settimane di riforma della cittadinanza, concentrandosi però esclusivamente sulle seconde generazioni, cioè sul tema dove sembra meno difficile trovare un compromesso tra le forze politiche.

Lo dice il calendario dei lavori dell’Aula, dove per il 25 giugno la conferenza dei capigruppo, su proposta del Partito Democratico, ha fissato la “Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 4236 – Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza dei minori nati da genitori stranieri”. Una “promessa” che potrà essere mantenuta solo se per allora sarà concluso l’esame in Commissione.

La proposta di legge è stata presentata oltre un anno fa dai deputati del PD Gianclaudio Bressa, Dario Franceschini, Sesa Amici e Roberto Zaccaria. Introdurrebbe nel nostro ordinamento il principio dello ius soli, ma in maniera temperata, evitando cioè automatismi (“chi nasce qui è italiano”) difficili da far digerire alla maggioranza dei parlamentari.

Prevede infatti che sia italiano chi nasce in Italia da un genitore straniero regolarmente residente qui da almeno cinque anni, oppure a sua volta nato in Italia e regolarmente residente qui da almeno un anno. Il genitore dovrebbe chiedere espressamente, al momento della nascita, che il figlio acquisisca la cittadinanza italiana, altrimenti potrà farlo il figlio entro i due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Indipendentemente dall’anzianità di residenza dei genitori, potrebbe inoltre diventare italiano chi è nato in Italia o vi è arrivato entro il quinto anno di età e c’è rimasto legalmente fino al raggiungimento della maggiore età. Ma anche, su richiesta dei genitori, i minori che hanno frequentato almeno un ciclo scolastico (scuola primaria, secondaria di primo grado o secondaria superiore) o un percorso di formazione professionale. Anche in questo caso, se non lo hanno fatto i genitori, potranno essere i figli a chiedere la cittadinanza entro i due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Secondo il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, l’inserimento di questa proposta di legge nel calendario d’aula di giugno è “una scelta di civiltà e giustizia”. Ma anche un modo di far uscire allo scoperto tutti i partiti sul tema della cittadinanza alle seconde generazioni: “Ora – sottolinea il deputato – tutti i gruppi parlamentari dovranno pronunciarsi nei voti con chiarezza e non saranno più possibili ambiguità”.

Leggi
Proposta di legge: BRESSA ed altri: “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza dei minori nati da genitori stranieri” (4236)

Elvio Pasca

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Francia. Meno restrizioni per gli studenti stranieri che trovano lavoro

Terremoto. La Lega Nord sciacalla: “Attenti ai clandestini nelle tendopoli”